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Ho sposato un musulmano e sono felice

La giornalista Laura Silvia Battaglia ha creato e promosso con 40 amiche la campagna social "Ho sposato un musulmano", nata in risposta a un articolo pubblicato su Libero

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 7 Giu. 2017 alle 20:58 Aggiornato il 23 Apr. 2018 alle 17:33

“Care donne europee, sposare un islamico è una follia pericolosa”. Con questo titolo si apre un articolo pubblicato il 7 giugno 2017 sulla versione cartacea del quotidiano Libero, nel quale vengono spiegate le motivazioni per cui unirsi in matrimonio con un uomo di fede musulmana aumenta il pericolo di subire violenze fisiche e psicologiche.

L’articolo descrive le donne europee come “figlie belle e sincere della cultura più aperta del mondo che un giorno si sono svegliate dal sogno della vita incantata e si sono lasciate ammaliare da ciò che è mistero, lontano diverso”, innamorandosi di uomini islamici e correndo così verso il calvario.

In poco tempo il testo è diventato virale e ha scatenano la rivolta delle donne che hanno deciso di vivere la propria vita accanto a un uomo di fede islamica.

Per rinsaldare e difendere questa scelta è nata la campagna sui social con gli hashtag #hosposatounmusulmano e #muslimhusbandsrock, promossa anche da Laura Silvia Battaglia sul quotidiano L’Avvenire.

“Siamo 40 amiche sposate con uomini musulmani che hanno voluto dare una risposta civile ma ferma a questo articolo il cui orientamento appare chiaro”, spiega a TPI la giornalista Battaglia.

“Il problema delle unioni miste è un tabù che non è legato soltanto alla cultura italiana, ma è diffuso un po’ ovunque. Invece sarebbe bello che la felice unione tra due culture diverse facesse notizia, che divenisse argomento trattato dai media”, prosegue Battaglia.

“Il problema di articoli come quelli promossi da Libero è che creano una sub-cultura che difficilmente riesce ad essere scardinata. Per questo abbiamo deciso di reagire di fronte a quella che appare chiaramente come una provocazione”, conclude.

“C’è chi allerta le donne italiane invitandole a non sposare uomini musulmani perché le renderebbero infelici e sottomesse e userebbero violenza contro di loro. Così, a prescindere. Purtroppo di uomini muslim violenti con le donne ce ne sono (ma non si può affatto generalizzare!) e mi pare che gli uomini violenti siano presenti anche tra i non musulmani. E non sono pochi.

Piuttosto sosteniamo i progetti volti a contrastare la violenza contro le donne, che è un dramma trasversale, uniti e compatti a prescindere da origine e religione.

Ecco la campagna che invece rifiuta chi riduce e semplifica il mondo musulmano!” si legge su un un post su Facebook.

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