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“In Francia contro Macron? Noi Gilet Gialli italiani siamo con Salvini”. Parla il coordinatore

L'immagine dei gilet gialli italiani scelta dal gruppo del Coordinamento. Credits Facebook

"Oggi Champs-Élysées, domani Roma": nasce il coordinamento dei Gilet Gialli in Italia e se la prende con Autostrade ma è con il governo giallo-verde. L'intervista di TPI al fondatore

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 26 Nov. 2018 alle 17:41 Aggiornato il 27 Nov. 2018 alle 14:57

“Al contrario dei Gilet Gialli francesi, noi siamo assolutamente vicini al governo giallo-verde. Salvini è l’unico che ci ha ascoltato finora”.

A parlare a TPI è Giancarlo Nardozzi, fondatore del Coordinamento Gilet Gialli Italiani, nato sabato 24 novembre 2018, con tanto di pagina Facebook.

Il Coordinamento, euroscettico e vicino al governo giallo-verde, si rivolge a tutte le categorie del micro e piccolo commercio. Le battaglie che si prefiggono sono contro la direttiva Bolkestein e la tassazione troppo elevata per le imprese, ma chiedono anche “la revoca della concessione a Autostrade Spa e la riduzione dei pedaggi”.

Giancarlo Nardozzi, già vicino al movimento dei “forconi”, sente sulla propria pelle le difficoltà per cui ha costituito il Coordinamento Gilet Gialli, in quanto anche lui è un venditore ambulante. Referente per il GOIA (Gruppo organizzato indipendente ambulanti) ha riferito a TPI: “Come commerciante e padre di famiglia non riesco ad arrivare a fine mese. I miei problemi sono i problemi di tanti”.

Giancarlo, cosa vi accumuna ai Gilet Gialli francesi?

Gli abbiamo “rubato” i gilet come simbolo. Abbiamo preso il movimento francese come riferimento anche per ragioni mediatiche. Perché ha funzionato davvero bene.

Alcune azioni sono state molto violente a Parigi, con feriti gravi e il centro blindato. Li condannate per questo?

Io vorrei che il nostro Coordinamento sia fatto di manifestazioni per le famiglie, con i bambini nei passeggini presenti. Spero non si arrivi a quel punto lì, per adesso stiamo calmi. Anche perché a noi il governo ci sostiene. Non posso però condannare i francesi, hanno dato una scossa. Rispetto molto chi cerca di difendere i diritti dei meno ascoltati. Se fossimo come lore tante cose le avremmo già risolte. Devo dire che quando organizzano qualcosa si fanno sentire: chapeau!

In che senso il governo vi appoggia? I Gilet Gialli francesi sono contro il governo Macron…

Al contrario dei Gilet Gialli francesi, noi siamo assolutamente vicini a questo governo. Salvini è l’unico che ci ha ascoltato finora, che ci ha filati. Nel contratto di governo siamo riusciti ad ottenere tutti i punti che chiedevamo, adesso siamo di nuovo in stallo per colpa dell’Europa.

Quindi il vostro referente politico è Matteo Salvini?

È lui che appoggerà noi. Ha già partecipato ai nostri scioperi in passato. Sono sicuro che scenderà in piazza di nuovo per difendere i diritti dei piccoli commercianti. Noi l’abbiamo sostenuto fin dall’inizio. Le proteste del 2016 e del 2017 le avevamo fatte contro il governo precedente.

Perché siete così euroscettici?

Siamo euroscettici e contro l’austerity perché per la legge di bilancio, come microimprese avevamo chiesto a gran voce la flat tax fino a 65mila euro e la pace fiscale. Per gli ambulanti la Bolkestein viene imposta come regola solo in Italia. Ma non faremo campagna elettorale per le prossime elezioni europee.

Tra le persone che spiccano nel Coordinamento c’è anche Ivan Della Valle, ex deputato espulso dal Movimento 5 Stelle. Come potete essere pro governo e avere lui tra i coordinatori?

Lui è un ex parlamentare, che per gli ambulanti ha fatto parecchio, specie per tutelarci contro la direttiva Bolkestein (direttiva europea del 2006 sulla libera circolazione dei servizi, riguarda in particolare le concessioni di spazi pubblici a scadenza ndr) . Io gli ho dato libero accesso per rispetto. Per noi ambulanti è stato fondamentale. Se ha avuto problemi con i Cinque Stelle, affari suoi! Ho parlato chiaro: non andremo mai contro il governo perché si è fatto in quattro per noi. Li stiamo sostenendo. Ivan Della Valle spero faccia lo stesso.

Perché nelle prime dichiarazioni del coordinamento dite di essere apartitici?

Appoggiamo il governo, ma restiamo fuori dalle logiche politiche. Nello statuto del GOIA, per esempio, c’è scritto chiaramente che è vietato far politica. Non ci si può candidare con nessuno schieramento politico. Poi, io sono un comune cittadino ignorante, non mi mescolo con queste cose. Voglio solo risolvere questi problemi che riguardano una grossa fetta dell’Italia, credetemi.

Cosa chiedete come Gilet Gialli Italiani? Quali sono i vostri obiettivi?

Qualsiasi cosa fai ora sei con le spalle al muro per colpa dell’Europa. Tre cose ci stanno a cuore in particolare e devono essere risolte: abbassare le tasse, abolire la direttiva Bolkestein e una riforma del settore. Ci stanno massacrando con tutte queste regole. Sicurezza e delocalizzazione ci stanno uccidendo. Voglio fare una denuncia: sta avvenendo una vera e propria estinzione di tanti mestieri del micro commercio.

Quanti siete finora?

Siamo presenti in nove regioni. Contiamo sui 20mila iscritti. Sul gruppo Facebook si sono unite oltre 3mila persone in due giorni. Nel dicembre 2017 abbiamo portato 20mila persone a Roma e ne porteremo molte di più nelle prossime manifestazioni sotto il nome dei Gilet Gialli Italiani.

Oltre gli ambulanti chi partecipa a questo coordinamento?

Siamo nati da appena due giorni e già in molti ci hanno contattato per far parte di questa rete. Cerchiamo di escludere i facinorosi. A breve faremo un’assemblea a Torino o a Roma aperta a tutti i cittadini.

Uno dei punti chiave sembra essere quello delle autostrade. Quali sono le vostre prime azioni in programma?

La priorità sono proprio le autostrade. Comuni cittadini e coordinamenti regionali ci stanno bombardando di messaggi per dirci dei disagi riguardanti le autostrade. Costano troppo: andare da Milano a Torino costa 150 euro. Gente che non riesce a fare il pieno della benzina, gente che per lavoro è obbligata a percorrere le autostrade, ma non se lo può permettere. Vi sembra normale? Ma soprattutto paghiamo conti così salati…E poi le autostrade non sono sicure. Basta guardare il Ponte Morandi.

Quindi cosa farete concretamente?

Faremo un’assemblea generale i primi di dicembre e da gennaio cortei in piazza. Ma soprattutto, non paghiamo più le autostrade se i pedaggi non scendono di prezzo e se a gestirle rimane Autostrade Spa.

 

 

 

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