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Chi è Giampaolo Rossi, l’uomo che potrebbe diventare il nuovo presidente della Rai

Il consigliere di amministrazione, voluto da Fratelli d'Italia, su Twitter attacca Saviano, difende Salvini e critica l'Europa dei burocrati

Di Marta Facchini
Pubblicato il 1 Ago. 2018 alle 10:39 Aggiornato il 1 Ago. 2018 alle 10:53

Giampaolo Rossi, consigliere di amministrazione Rai voluto da Fratelli d’Italia, potrebbe diventare il nuovo presidente della televisione pubblica.

La Commissione di vigilanza non ha approvato la nomina di Marcello Foa, che non ha ottenuto il consenso dei due terzi dei componenti della commissione necessario per essere eletto. A favore di Foa, il cui nome era stato indicato venerdì 24 luglio dal governo, hanno votato in 22. Non hanno preso parte alla votazione Forza Italia, Pd e LeU. Sarebbe stato assente un parlamentare del Movimento 5 Stelle.

La nomina di Foa, voluta dal governo Movimento 5 Stelle-Lega, aveva ottenuto l’approvazione del Cda della Rai lunedì 31 luglio. Tuttavia l’ok della maggioranza del consiglio di amministrazione non si è rivelato sufficiente: secondo la legge, infatti, il parere della Vigilanza è vincolante e, per la ratifica definitiva, è necessario ottenere la maggioranza dei due terzi, quindi 27 voti su 40.

“Prendo atto con rispetto della decisione della commissione di vigilanza della Rai”, ha dichiarato il giornalista dopo la votazione. “Non posso, pertanto, che mettermi a sua disposizione invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell’interesse della Rai”.

Chi è Giampaolo Rossi

Classe 1966, Rossi è stato presidente di Rai Net per otto anni, dal 2004 al 2012.

Laureato in Lettera alla Sapienza di Roma, è stato membro del consiglio di amministrazione dell’istituzione Biblioteche di Roma e successivamente presidente della commissione cultura della Regione Lazio.

Rossi ha ricoperto la posizione di direttore del Master Media & Entertainment per la Link Campus University.

Attualmente Rossi è digital consultant per la Direzione Radio Rai, membro Advisory Board del Forum della Comunicazione Digitale e componente del Comitato Scientifico di Eticmedia-Lab.

Alle spalle anche una carriera da giornalista: Rossi è stato editorialista del Tempo e del Giornale, per cui cura la rubrica “L’Anarca”.

In uno dei sui ultimi post pubblicato il 19 luglio, Rossi definiva Kylain Mbappé un “simbolo della nazionale francese di calcio e l’esempio più limpido della Francia multiculturale integrata, vincente, adatta alle copertine dei giornali liberal e progressisti” per poi paragonarlo agli autori degli scontri che hanno colpito Parigi dopo la finale dei mondiali. Questi, per Rossi, sarebbero stati opera di “orde, nella stragrande maggioranza dei casi, composte da giovani di colore, magrebini, afro-francesi che dalle periferie emarginate, dalle banlieue, dalle zone a maggioranza islamica sempre più islamiste, sono “calati” nei centri città a rubare e distruggere”.

Sul suo profilo Twitter, appare una citazione di Ernst Jünger, scrittore e filosofo tedesco: “Io sono Anarca non perché disprezzi l’autorità ma perché ne ho bisogno”.

Chiare le sue posizioni sul fenomeno migratorio.

Evidente la sua ostilità all’Europa degli “eurocrati”.

Rossi è intervenuto in difesa di Francesca Totolo, l’autrice del tweet sullo smalto di Josepha, definendola una “dama sovranista e una scrupolosa cacciatrice di fake news”.

Dopo la copertina di Famiglia Cristiana, Rossi ha preso le difese del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Rossi ha definito lo scrittore Roberto Saviano “uno dei maggiori istigatori d’odio del nostro tempo. Una sibilante creatura che dispensa menzogna, manipolazione e veleno sociale. Il suo scopo non è discernere ma confondere; non aspira alla libertà ma alla vendetta. Tolkien gli diede un nome: Vermilinguo”.

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