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    “Abbiamo sbagliato tomba”: FdI denuncia l’incuria della tomba di Torquato Tasso, ma è di un omonimo

    Succede a Ferrara, dove il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Alessandro Balboni punta il dito contro l'amministrazione di centrosinistra, ma il sindaco risponde e smonta la polemica

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 8 Feb. 2019 alle 12:35 Aggiornato il 8 Feb. 2019 alle 12:51

    Brutta gaffe per Fratelli d’Italia, che a Ferrara inveisce contro l’amministrazione per lo stato di incuria in cui verte la tomba di Torquato Tasso. Ma è il Torquato Tasso sbagliato. Un omonimo, che, però, è vissuto circa tre secoli dopo il poeta di Sorrento, che a Ferrara trascorse buona parte della sua vita.

    Il partito di destra ha sollevato la questione, facendo girare la foto che ritraeva il sepolcro del presunto poeta e denunciandone le condizioni pietose, indegne di uno dei nomi più grandi della cultura italiana. A rispondere agli esponenti di Fratelli d’Italia è stato lo stesso sindaco, Tiziano Tagliani, che, come riportano i quotidiani locali, spazza via ogni polemica e, soprattutto, crea non poco imbarazzo tra le fila del partito.

    “Ci siamo sentiti dire che siamo dei rozzi e dei bifolchi senza cultura da una sinistra che per anni si è arrogata il ruolo di depositaria della ‘Cultura’. Se questa è la risposta che danno, c’è da interrogarsi ampiamente sul loro operato”, scriveva il consigliere comunale di FdI Alessandro Balboni nella denuncia.

    La tomba in questione, spiega il primo cittadino di Ferrara, “è l’arco 128 ubicato nella Certosa nella zona claustrini interni e non ha nulla a che vedere con il Torquato Tasso poeta che ci risulta tuttora sepolto nella chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo di Roma dall’anno del suo decesso avvenuto nel 1595. Mai nessuno ha sostenuto la presenza a Ferrara della tomba del Tasso se non oggi il consigliere Balboni ed i suoi ignoranti suggeritori, del resto il cimitero monumentale di Ferrara, a quanto mi risulta è successivo di secoli alla tumulazione del Tasso”.

    “Si tratta di manufatto del quale, trovandosi in stato di abbandono, venne temporibus illis revocata la concessione. Il Dott. Torquato Tasso di cui si legge nell’epigrafe è evidentemente un omonimo – di cui per altro non risultano nei nostri archivi ulteriori notizie – verosimilmente deceduto tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del secolo scorso”, spiega ancora il sindaco.

    Eppure l’iscrizione sulla lapide non sembra far minimamente pensare che lì potesse essere sepolto quel Tasso: sulla tomba si fa riferimento infatti ai “sublimi ideali del dovere e dell’amore”.

    Il sindaco, quindi, smonta la polemica sui presunti abbandoni delle tombe.

    L’equivoco

    Il consigliere Alessandro Balboni, di fronte alla palese gaffe, fa un passo indietro: “Ci siamo sbagliati”, dice, e parla di “equivoco”, ma si riserva comunque di dare la colpa a un bambino (oggi adulto) che gli ha segnalato il caso: “È avvenuto un equivoco. Sono molto dispiaciuto per l’errore sulla tomba del Tasso, errore nel quale cadde anche la scuola media Leonardo Da Vinci, oggi chiusa, che organizzava gite studentesche presso le urne dell’omonimo dello scrittore. Infatti è stato uno dei bambini che parteciparono alle gite, oggi adulto, ad avermi segnalato il caso”.

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