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Manifestazione contro il gay pride a Modena. Arcigay a TPI: “Veri cattolici con noi, non con Fontana”

Di Charlotte Matteini
Pubblicato il 29 Mag. 2019 alle 15:22 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 19:53

Fontana gay pride | Il ministro della Famiglia appoggia la contromanifestazione a Modena

A distanza di pochi mesi dal Congresso delle Famiglie di Verona, il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana torna al centro del dibattito pubblico a causa dell’appoggio concesso alla marcia di riparazione organizzata dal Comitato San Geminiano Vescovo di Modena contro il primo gay pride che si svolgerà nella città emiliana il prossimo 1 giugno.

In un video pubblicato di Radio Spada, che si definisce un “sito di controinformazione che ritiene il Cattolicesimo Romano l’unica forma veridica ed efficace di antagonismo culturale”, il ministro Fontana, commentando l’iniziativa del comitato ultra-cattolico, ha dichiarato di ritenerla condivisibile “anche se spesso si dice che non bisogna ostentare simboli religiosi”.

“Il ministro Lorenzo Fontana l’abbiamo incontrato circa una settimana fa a Modena. Come saprà, qui si sono svolte le elezioni amministrative e il ministro, come peraltro anche Salvini, è venuto in città per sostenere il candidato sindaco della Lega. Siamo andati al comizio, un candidato che poi è stato eletto in consiglio comunale ce l’ha presentato e in quell’ambito come comitato abbiamo chiesto il suo parere sulla nostra processione liturgica e gli abbiamo chiesto se potevamo fargli una breve video-intervista e potevamo avere il suo appoggio”, racconta un rappresentante del Comitato San Geminiamo Vescovo di Modena a TPI.

A differenza di quanto accaduto con il Congresso delle Famiglie di Verona, quindi, l’appoggio del ministro leghista Fontana non consiste in un vero e proprio patrocinio ministeriale ma in un semplice endorsement palesato pubblicamente su richiesta del comitato organizzatore della processione riparatrice contro il Gay Pride.

“Faccio una premessa: questa non è la prima marcia di riparazione, è la prima a Modena ma negli anni passati ne abbiamo organizzate altre. La prima si è svolta nel 2017 a Reggio Emilia, poi sono seguite altre marce in altre città, per esempio a Rimini. Abbiamo voluto organizzare questa processione liturgica perché, possa piacere o non piacere, noi in quanto cattolici crediamo che l’omosessualità sia un disordine e il fatto di manifestarlo e ostentarlo pubblicamente in un gay pride riteniamo sia un peccato pubblico che va contro la natura, contro l’ordine naturale delle cose, contro l’atto sessuale che porta alla procreazione”.

“Riteniamo quindi che di fronte a un atto pubblico ostentato come può essere il Modena Pride si debba rispondere con una riparazione pubblica, perché è un grave delitto dal punto di vista teologico, che va contro la religione e la Chiesa stessa e che quindi merita una riparazione contro un atto che noi riteniamo di pubblico scandalo”, spiega a TPI Cristiano del Comitato San Geminiano Vescovo di Modena.

“In questi giorni abbiamo ricevuto minacce di morte e insulti, anche in passato è successo ma poi non è accaduto nulla di concreto. Chiaro che questa esposizione del ministro Fontana ha seminato molto livore e infatti abbiamo contattato la Digos chiedendo che tengano gli occhi ancora più aperti. Noi non abbiamo chiesto alcun patrocinio al comune di Modena, anche perché difficilmente sotto amministrative la giunta li concede non sapendo se sarà rieletta, ma non abbiamo nemmeno mai chiesto che venisse revocato al Pride”.

“Certo, a noi non sembra giusto che ci sia, ma non l’abbiamo fatto. E anche per questo motivo nessuno dovrebbe impedire a noi di organizzare la nostra processione liturgica”, conclude Cristiano.

Di tutt’altro avviso è Francesco Donini, presidente di Arcigay Modena, che ci spiega. “Noi abbiamo deciso di organizzare questo primo Modena Pride sia perché sono i 50 anni dei moti di Stonewall, ma anche perché ci siamo resi conto che c’è un clima abbastanza pesante a livello nazionale rispetto a episodi di violenza e di discriminazione, clima che si sta riflettendo anche sulla nostra città e quindi ci sembrava giusto dare un segnale”.

“Non siamo particolarmente stupiti dalla reazione e dal fatto che sia nata questa processione anche perché anche due anni fa successe la stessa cosa a Reggio Emilia. Il Pride nasce per questo motivo, dal desiderio di unire tutte le persone che invece hanno un pensiero molto più inclusivo e che vogliono una città diversa. La risposta è stata molto positiva, abbiamo ricevuto moltissime adesioni e solidarietà anche da persone del mondo cattolico. Io penso che la maggior parte del mondo cattolico stia con noi e non con loro”.

“A Modena non c’è un clima ostile o di chiusura e questo lo dimostra anche il fatto che alle recenti amministrative le forze politiche che portano avanti a livello nazionale delle politiche discriminatorie e omofobe qua hanno ricevuto molti meno voti rispetto ad altre forze più inclusive perché esiste un’apertura mentale e il Pride voleva proprio incentivare questo pensiero. Il risultato elettorale a Modena e nei comuni che ci hanno patrocinato dimostra proprio che i partiti che fomentano odio non hanno trovato terreno fertile in questa zona”, prosegue il presidente di Arcigay Modena.

Rispetto all’endorsement del ministro Lorenzo Fontana, infine, Donini esprime preoccupazione e perplessità: “Questo è un segnale molto preoccupante perché in passato si sono svolte altre marce di riparazione ma nessuna di queste aveva mai ricevuto il beneplacito e l’avallo di un ministro e preoccupante è il fatto che vengano legittimate anche a livello governativo, così come accaduto con il Congresso delle Famiglie di Verona. Anche per dare un segnale rispetto a questo posizionamento del governo credo sia necessario organizzare più manifestazioni come il Pride”, conclude Donini.

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