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Dopo dj Fabo un altro italiano va in Svizzera per il suicidio assistito

Davide ha 53 anni ed è malato di sclerosi multipla. Si sta recando in Svizzera con Mina Welby dell'associazione Luca Coscioni per ricorrere al suicidio assistito

Di TPI
Pubblicato il 12 Apr. 2017 alle 16:43

Il presidente dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, ha reso noto il 12 aprile 2017 che un uomo toscano di 53 anni malato di sclerosi multipla, si sta recando in Svizzera accompagnato da Mina Welby, co-presidente dell’associazione, per ottenere l’eutanasia in una clinica come hanno già fatto alcuni italiani. Tra questi anche Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, morto a febbraio 2017.

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Quando Davide aveva 27 anni a un certo punto ha iniziato a non sentire più un lato del corpo. Si trattava dei primi sintomi della sclerosi multipla, una malattia degenerativa che provoca lesioni al sistema nervoso centrale.

Col passare degli anni la malattia è diventata sempre più insopportabile. Da mesi Davide non riesce più a far nulla, neanche a mangiare e dormire. Passa le giornate a letto o in sedia a rotelle, con uno stimolo costante di andare in bagno.

Assume farmaci molto forti contro il dolore, oltre quindici al giorno, compreso il metadone che ha importanti effetti collaterali – anche se ormai non sono più efficaci. Solo la cannabis terapeutica, fornita dalla regione Toscana, gli dà sollievo, secondo quanto riporta l’associazione. 

Davide si è rivolto all’associazione Luca Coscioni perché “non vuole più vivere con il dolore addosso tutto il giorno” e perché ritiene che la sua “non sia più una vita da vivere ma una condanna da scontare”. Ritiene che l’eutanasia sia “una liberazione, un sogno, una vacanza”. La madre, una donna di 73 anni con molti problemi di salute, soffre ma lo capisce e lo sostiene in questa sua scelta.

L’associazione Luca Coscioni ha aiutato Davide a raccogliere i 9.500 euro necessari e lo sta accompagnando in Svizzera nella persona di Mina Welby. Nel caso di Fabiano Antoniani era stato Marco Cappato ad accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Per questa ragione è indagato per aiuto al suicidio ma ha detto che l’associazione continuerà a fornire sostegno a chi ha deciso di ricorrere al suicidio assistito.

Per chiedere una legge sul testamento biologico l’associazione Luca Coscioni ha raggiunto 18 piazze italiane il 10 aprile 2017 con medici e notai che hanno autenticato firme sui testamenti biologici.

“Il nostro parlamento dovrebbe imparare che le buone leggi fanno bene a tutti e che non si può svuotare la carta costituzionale di contenuti. Una buona legge sul testamento biologico tutela tutti coloro che vogliono farlo, ma non impone nulla a chi non lo vuole fare”, ha detto la segretaria dell’associazione Filomena Gallo a TPI.

“Troppo spesso vediamo che i temi che riguardano le persone vengono derubricati dall’agenda politica”, dice l’avvocato. “Pochi giorni fa è stato nuovamente rinviato il dibattito per la legge sul testamento biologico. Ci sono altri argomenti importanti da affrontare, ma questa non è una tematica di serie B”.

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