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Genova, una donna ha ucciso il marito con 24 coltellate: assolta per “legittima difesa”

La 39enne di nome Alessia Mendes era da anni vittima delle violenze del marito Alessio Rossi. Dopo l'ennesima lite sfociata in violenza, la donna si è difesa accoltellando l'uomo. Per il giudice del l'udienza preliminare, quei dodici fendenti furono legittima difesa

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 19 Ott. 2018 alle 11:02

Nel 2017, nel quartiere popolare di Campasso a Genova, una donna italo-brasiliana di 39 anni ha ucciso il marito con 24 coltellate. Ma i giudici l’hanno assolta dall’accusa di omicidio volontario, sostenendo che la donna avesse agito per legittima difesa.

La 39enne di nome Alessia Mendes, ballerina di lap dance, era da anni vittima delle violenze del marito Alessio Rossi, meccanico disoccupato 35enne.

La mattina del 22 giugno 2017 Alessia colpì a morte Alessio, che provò a fuggire sulle scale ma cadde a terra in un lago di sangue.

La donna minacciò successivamente di lanciarsi dalla finestra, e dopo che i vigili del fuoco la salvarono ammise di aver ucciso il compagno: “Lui mi voleva ammazzare a coltellate, io l’ho disarmato e colpito a mia volta per proteggermi. Mi aveva già pestato troppe volte in passato”.

“Dobbiamo leggere la motivazione, ma è molto probabile che impugneremo la sentenza. Anche perché occorre valutare se ci sono gli estremi per la legittima difesa”, ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo l’assoluzione.

Per il giudice del l’udienza preliminare, quei dodici fendenti furono legittima difesa. Una tesi sostenuta dal legale della donna ma non dalla procura, che tramite il pm Paola Crispo aveva invece chiesto la condanna a 16 anni. 

Soddisfatta invece il legale della donna. “Ho creduto sin da subito nell’innocenza della mia assistita – ha detto l’avvocato Rachele De Stefanis – e fondamentale è stata la Bpa, la Bloodstain Pattern Analisys. Abbiamo ricostruito la scena del crimine tramite l’analisi delle tracce di sangue. La scena parla e quello che dice spesso è oggettivo. Io credo sia la prima volta che a Genova venga usata una consulenza di questo tipo”.

Le testimonianze dei vicini hanno dimostrato che spesso la coppia era stata protagonista di litigi violentissimi, anche a causa del fatto che il marito consumava abitualmente crack e talvolta pure la moglie.

Rossi era stato denunciato due volte da Mendes per maltrattamenti, sebbene poi fossero tornati insieme: “Sono sempre rimasta innamorata di lui nonostante ciò che mi aveva fatto – ha ripetuto più volte la donna – ma ormai mi faceva vivere segregata”.

Decisiva nell’inchiesta si è rivelata una super-consulenza sulle macchie di sangue chiesta dal legale di Alessia, Rachele De Stefanis, che ha dimostrato sia la veridicità della sequenza descritta dalla ballerina, sia i pestaggi pregressi.

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