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Chi è Domenico Lucano, il sindaco diventato il simbolo dell’accoglienza per i migranti

Domenico Lucano, sindaco di Riace

La storia e i progetti del primo cittadino che ha rivoluzionato il sistema dell'accoglienza

Di Marta Facchini
Pubblicato il 2 Ott. 2018 alle 09:04 Aggiornato il 2 Ott. 2018 alle 10:07

Domenico Lucano, il sindaco di Riace, è un simbolo dell’accoglienza per i migranti in Italia.

Nella piccolo comune calabrese, il primo cittadino è riuscito a sviluppare un modello di integrazione apprezzato dalle organizzazioni umanitarie, studiato nelle università europee e raccontato dal grande e piccolo cinema.

Wim Wenders gli ha dedicato un documentario, Il Volo, sette anni fa; Tiziana Barillà il libro Mimì Capastosta; la rivista Fortune lo ha inserito tra le cinquanta persone più influenti al mondo. Non solo: già nel 2010 Lucano si era classificato terzo nella lista, stilata da City Mayor, dei migliori sindaci del mondo.

Nato nel 1958, maestro di scuola, la storia di Lucano inizia negli anni Novanta quando, nel paese diventato famoso per il ritrovamento dei Bronzi di Riace, arriva un barcone carico di 800 rifugiati curdi. Insieme alla sua associazione Città futura, e al lavoro con l’amministrazione locale, Mimmo ha afferto ai migranti gli appartamenti abbandonati del comune spiegando che, se avessero voluto rimanere nel paese di pescatori, avrebbero dovuto seguire un corso di specializzazione e inserimento al lavoro.

Lucano è stato eletto sindaco per la prima volta nel 2004, di nuovo nel 2009 e infine nel 2014. Si trova ora al suo terzo mandato.

Il modello di Domenico Lucano, che ha sempre sottolineato di non volere gestire i flussi migratori seguendo le logiche emergenziali, è stato definito “Modello Riace“, un modello di ospitalità diffusa, con i migranti ospitati in appartamenti indipendenti.

Dal 2004 il paese e in particolare il centro storico ormai spopolato hanno concesso ospitalità a oltre 6mila richiedenti asilo provenienti da venti diverse nazioni, integrandoli nel tessuto culturale cittadino e inserendoli nel mondo del lavoro del piccolo borgo, ridando di fatto alla città una nuova vita.

Nel mese di agosto 2018, il primo cittadino aveva iniziato uno sciopero della fame contro il taglio dei fondi destinati ai progetti di accoglienza. In occasione del Riaceinfestival, aveva detto: “Riace è un messaggio pericoloso perché dimostra che l’accoglienza è possibile”.

Nella sua battaglia per un sistema d’accoglienza diverso, ha spesso incontrato le ostilità del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che lo aveva definito “uno zero”.

Il 2 ottobre 2018 il sindaco è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo quanto si legge in una nota, “la misura cautelare rappresenterebbe il risultato di indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”.

Lucano era indagato dalla Procura di Locri per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in relazione alla gestione del sistema di accoglienza. Insieme a lui è indagato anche Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione Città Futura-don Pino Puglisi.

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