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La disoccupazione giovanile in Italia si combatte insegnando a rischiare

La digitalizzazione delle imprese può creare 600mila nuovi posti di lavoro e far crescere anche di 2 punti percentuali l'anno la nostra economia

Di Flavia De Gregorio
Pubblicato il 19 Apr. 2016 alle 19:34

Il tasso della disoccupazione giovanile in Italia, nonostante il Jobs act, rimane fisso al 40 per cento e l’INPS ha calcolato che i nati dopo gli anni Ottanta percepiranno la pensione a 75 anni. Un futuro a tinte fosche per i millennials.

Sessant’anni dopo l’Italia del boom economico, per non subire le conseguenze di errori politici del passato, le giovani generazioni hanno di fronte una nuova opportunità per rimettersi in gioco. Quest’opportunità si chiama mercato digitale.

L’Italia deve investire nel digitale, raccogliendo la sfida del rinnovamento delle nostre aziende, evitando di arroccarsi sulle vecchie politiche industriali e formulando politiche del lavoro che promuovano l’auto-imprenditorialità tra i giovani.

Abbiamo la grande opportunità di creare nuovi posti di lavoro attraverso la digitalizzazione e l’informatizzazione delle aziende. La spesa italiana per l’informatica, oggi, è pari all’1,7 per cento del Pil, 30 miliardi circa.

Per lo stesso settore, Francia e Germania hanno destinato circa il 3,3 percento del Pil, il Nord Europa il 4,7 percento del Pil e gli Stati Uniti il 4,3 percento del Pil.

Se l’Italia raddoppiasse gli investimenti destinati alla digitalizzazione si potrebbero creare più di 600mila nuovi posti di lavoro.

L’Italia è la terza potenza manifatturiera al mondo e, attraverso un utilizzo mirato dell’uso delle nuove tecnologie, può tornare a far crescere in maniera significativa la nostra economia anche di 2 punti percentuali l’anno.

Le piccole e medie imprese italiane, però, necessitano di una figura che faccia da anello di congiunzione tra i loro prodotti e le nuove tecnologie offerte da multinazionali come Microsoft e Google se vogliono tornare a essere più competitive a livello internazionale.

Le start-up italiane sono ancora troppo poche: il numero oscilla tra le quattromila e le cinquemila, ma offrono grandi opportunità d’impresa per i giovani.

Noi millennials, così come i nostri nonni sessant’anni fa, dobbiamo tornare a rischiare in proprio e costruirsi un futuro basato sulle proprie capacità, senza aspettare che qualcun altro lo faccia per loro.

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