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Omicidio Desirée, parla uno degli indagati: “È stata lei a chiedermi di fare sesso. Ho pianto quando ho saputo che era morta”

Credit: Michele Spatari/NurPhoto

Yusif Salia, il 32enne ghanese fermato a Foggia, si dichiara innocente. Per lui l'avvocato difensore ha annunciato un doppio ricorso al tribunale delle Libertà in riferimento alle accusa di omicidio e detenzione di droga

Di Redazione TPI
Pubblicato il 15 Nov. 2018 alle 11:40 Aggiornato il 3 Feb. 2019 alle 12:21

Ha negato di avere ceduto a Desirée Mariottini le sostanze stupefacenti, compreso il metadone. Ha detto di non consocere gli altri tre uomini indagati per l’omicidio della sedicenne romana, trovata senza vita nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 ottobre 2018 in un edificio abbandonato di San Lorenzo, il quartiere universitario di Roma. E ha dichiarato che il rapporto sessuale con la giovane donna è stato consensuale.

Yusif Salia, conosciuto come Youssef, ha negato le accuse di fronte al gip del Tribunale di Foggia Carmen Corvino. L’interrogatorio era stato richiestao dal gip di Roma Maria Paola Tomaselli, che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 32enne ghanese.

“Ho avuto con Desirée un rapporto consensuale, che mi ha chiesto lei. Subito dopo sono andato via da via dei Lucani. Quando l’indomani ho saputo della sua morte, mi sono messa a piangere”, ha dichiarato mercoledì 14 novembre l’indagato, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Temposottolineando di non sapere che la ragazza era minorenne.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Salia avrebbe somministrato a Desirée gli stupefacenti e, nonostante fosse consapevole della natura e della quantità delle sostanze ingerite dalla ragazza, l’avrebbe lasciata morire impedendo di chiamare aiuto. Secondo alcuni testimoni, Youssef avrebbe detto: “Meglio che muore lei che noi in galera”.

Youseff al gip ha raccontato di essere andato via mentre la ragazza era ancora viva nello stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma. L’indagato ha spiegato di avere preso un treno per Frosinone e, una volta tornato nella Capitale, ha appreso che la ragazza era morta. Ha aggiunto di non conoscere le altre persone arrestate sempre per la violenza sessuale e la morte della giovane romana.

Margherita Matrella, l’avvocata che difende il 32enne, ha annunciato un doppio ricorso al tribunale delle Libertà per l’omicidio e anche per la detenzione di droga.

Il giorno dell’arresto, avvenuto nel ghetto di Borgo Mezzanone in provincia di Fogga, Youseff era stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti ma aveva dichiarato che non erano sue e che non sapeva perchè si trovassero in quel casolare.

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