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Denunciato scambio d’identità nel caso del trafficante di migranti Mered Medhane

Diverse persone hanno riconosciuto nelle immagini rilasciate dalla polizia italiana un emigrante eritreo di nome Mered Tesfamariam

Di TPI
Pubblicato il 9 Giu. 2016 alle 10:03

Nel caso di Mered Yehdego Medhane, l’uomo eritreo sospettato di essere uno dei più grandi trafficanti di esseri umani al mondo ed estradato dal Sudan all’Italia nella notte tra martedì 7 e mercoledì 8 giugno, ci sarebbe stato uno scambio di identità.

Diversi amici e conoscenti dell’uomo fermato a Khartoum, hanno denunciato l’errore delle forze dell’ordine. Infatti, secondo loro, il suo vero nome sarebbe Mered Tesfamariam, un semplice rifugiato eritreo che viveva nel confinante Sudan.

Tuttavia, la polizia italiana è convinta di avere preso in custodia l’uomo giusto, negando l’avvio di indagini sulla sua identità.

Intanto, Meron Estefanos, giornalista svedese che aveva intervistato Medhane lo scorso anno, ha affermato di non riconoscere la persona nelle immagini rilasciate dalla polizia italiana.

La pubblica accusa ritiene che il vero Mered Medhane sia al cuore della tratta di esseri umani tra Africa ed Europa.

Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha dichiarato che Medhane “è accusato di aver messo in piedi una delle più importanti reti criminali specializzate nella tratta di esseri umani che operano nell’Africa centrale e in Libia e organizzano i viaggi via mare verso le coste siciliane”.

L’organizzazione di Medhane, infatti, avrebbe preparato anche la traversata in cui morirono 359 migranti in un naufragio a sud di Lampedusa.

Negli ambienti criminali, Medhane era conosciuto come “il Generale”, in quanto in Libia si vantava di avere un potere pari a quello dell’ex dittatore Muammar Gheddafi, e poteva contare sulla complicità di un altro boss delle “tratte della morte”, l’etiope Ghermay Ermias, ancora latitante.

L’uomo avrebbe fatto imbarcare in un solo anno almeno 7-8mila migranti, alimentando un lucroso traffico: secondo le stime, un’imbarcazione con 600 persone frutta ai trafficanti tra gli 800mila e il milione di dollari.

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