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L’Italia non cresce: ora lo ammette anche il Governo (e Tria spaventa Di Maio e Salvini sull’Iva)

Il premier Giuseppe Conte tra i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
Di Enrico Mingori
Pubblicato il 10 Apr. 2019 alle 17:24 Aggiornato il 10 Apr. 2019 alle 18:15

Ora lo ammette anche il Governo: nel 2019 l’economia italiana è destinata alla crescita zero. Dopo mesi di dichiarazioni roboanti (“abolita la povertà”, “sarà l’anno del boom economico”), il Def varato dal Consiglio dei ministri martedì 9 aprile rappresenta l’amara presa di coscienza per il premier Conte e i due vicepremier Salvini e Di Maio.

I numeri che erano stati indicati prima nella Nota di aggiornamento al precedente Def e poi nella Legge di Bilancio non hanno retto alla prova dei fatti. Dal +1,5 per cento previsto a ottobre si era scesi a fine dicembre a +1 per cento, mentre adesso si scrive nero su bianco che per l’anno in corso ci si aspetta un Pil a +0,1 per cento (che potrebbe salire al massimo a +0,2).

Le difficoltà, va detto, non riguardano solo l’Italia in questa fase. Ma gli stessi numeri del Governo dicono ora che Quota 100, reddito di cittadinanza, mini-flat tax e decreto dignità non riusciranno, almeno per quest’anno, a far galoppare l’economia, come invece sostenuto per mesi dai massimi esponenti dell’esecutivo.

Una crescita debole o assente, inoltre, farà aumentare il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito pubblico/Pil.

Poi c’è l’intricata partita politica delle misure da adottare per l’anno prossimo. La Lega spinge sulla Flat tax, ma il Movimento Cinque Stelle frena, preoccupato dei possibili squilibri sociali e delle conseguenze sui conti pubblici.

Il Def lascia aperta la questione. Nel documento si legge solo che il Governo ha tra i suoi obiettivi una “riforma fiscale in progressiva attuazione di un sistema di flat tax come componente importante di un modello di crescita più bilanciato”. Nessun cenno alla doppia aliquota sostenuta dal Carroccio.

Per Salvini, che comunque insiste nel dire che la Flat tax leghista si farà, è una mezza battuta d’arresto. Ma il secondo tempo di questa partita, quello decisivo, si giocherà in autunno con la Nota di aggiornamento al Def, ed è lì che si vedrà chi l’avrà spuntata tra Lega e M5S.

Intanto, proseguono le tensioni interne al Governo. Secondo le ricostruzioni di alcuni giornali, durante il Consiglio dei ministri sul Def, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha fatto notare ai suoi colleghi che un eventuale taglio delle tasse potrebbe essere compensato solo con l’aumento dell’Iva, prospettiva che tutti però rigettano ostinatamente. Ne sapremo di più solo dopo le elezioni europee.

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