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Nuova spaccatura interna al M5S: diciannove deputati chiedono di modificare il decreto sicurezza

Credit: Afp

Secondo una fonte parlamentare sentita dall'agenzia stampa Adnkronos, alcuni deputati pentastellati avrebbero scritto a Francesco D'Uva per sottolineare la necessità di apportare cambiamenti al testo e aprire un nuovo confronto con la Lega

Di Marta Facchini
Pubblicato il 19 Nov. 2018 alle 18:37 Aggiornato il 19 Nov. 2018 alle 18:41

Nuova spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle alla Camera. Secondo quanto dichiarato da fonti parlamentari riportate dall’Adnkronos, una ventina di deputati grillini avrebbero scritto a Francesco D’Uva, il capogruppo pentastellato, per chiedere la necessità di modificare il testo del decreto sicurezza e immigrazione approvato dal Senato il 7 novembre 2018.

Stando alla fonte parlamentare sentita dall’agenzia stampa, 19 parlamentari grillini, soprattutto appartenenti alla prima legislatura, avrebbero chiesto di presentare emendamenti al decreto sicurezza e di aprire un tavolo di confronto interno, definito finora “carente”.

Secondo i promotori dell’iniziativa, il decreto “non trova, in molte sue parti, presenza nel Contratto di governo ed è, in parte, in contraddizione con il programma elettorale del Movimento 5 Stelle”.  Da qui la richiesta dei pentastellati di “esercitare il diritto di noi parlamentari per lasciare una traccia chiara e precisa di quale sia la posizione del Movimento 5 stelle su questo provvedimento”.

“Siamo perfettamente a conoscenza di come questo decreto sia essenziale per la Lega e non è nostra intenzione complicare i già delicati equilibri di governo; non per questo però riteniamo di non dovere esercitare il nostro diritto di parlamentari e di non lasciare una traccia chiara e precisa di quale sia la posizione del Movimento 5 Stelle su questo provvedimento”.

E proseguono: “Non ci arroghiamo il diritto di essere la voce del Movimento, sia chiaro. Ci sarebbe però piaciuto confrontarci in tempi e modi adeguati affinché una posizione condivisa emergesse. Purtroppo rileviamo una carenza di discussione interna che in molte sedi, anche ufficiali, tanti di noi hanno espresso”.

“Per questi motivi, per l’importanza politica del decreto, per la sua incidenza culturale e sociale, veniamo a sottoporre al presidente del gruppo parlamentare, ai capigruppo di Commissione, ai capi area, otto emendamenti che alleghiamo, da depositare in commissione Affari Costituzionali che sicuramente non renderebbero il decreto ottimale ma migliorerebbero sostanzialmente alcune parti davvero critiche, sempre ovviamente nel rispetto del Contratto di Governo, della Costituzione e dei principi del Movimento 5 Stelle”, hanno concluso.

I diciannove deputati grillini hanno sottolineato di essere consapevoli dell’irritualità del percorso seguito ma hanno spiegato: “Sappiamo che questo iter di condivisione interna possa non essere canonico e che la firma su un emendamento dovrebbe essere il passo conclusivo di un percorso: tale percorso però non c’è mai stato e la responsabilità non è certo dei singoli deputati e deputate”.

“Quindi non rimane altra strada, al momento, di procedere in questa maniera. Chiediamo ai destinatari di questa mail di girarne il contenuto e gli allegati a tutti i portavoce deputati e deputate: gli emendamenti sono chiaramente aperti alla firma di tutti. Concludiamo, non più sperando in maggior collegialità e condivisione, come facciamo da tempo, ma chiedendola con forza”.

Intanto potrebbe trattarsi di un nuovo motivo di scontro e di frattura interno al M5S, dopo le posizioni discordanti rispetto alla linea generale del Movimento assunte dai cinque senatori dissidenti che si erano rifiutati di partecipare al voto di fiducia al governo sul provvedimento ed erano stati attenzionati dall’organo disciplinare del collegio dei probiviri.

La risposta di Luigi Di Maio – “Auspichiamo che il decreto sicurezza venga approvato alla Camera senza altre modifiche, il governo vuole portare casa il decreto sicurezza. Adesso si va avanti”, ha detto il vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio durante la conferenza stampa tenuta con il premier Conte e i ministri Trenta, Costa e Bonafede dopo la firma del protocollo d’azione contro i roghi tossici.

Di Maio ha aggiunto che chi ha firmato “lo ha fatto spiegando che riconoscono l’importanza del decreto sicurezza e di quanto esso sia importante per il governo e la maggioranza. Credo che vogliano fare un’azione di testimonianza con quell’emendamento. Il governo va avanti finché è autonomo, ma mi aspetto lealtà e rispetto”.

Il commento di Matteo Salvini – Il decreto Sicurezza e immigrazione “va approvato in fretta”, ha detto Salvini. “Lotta alla mafia e all’immigrazione clandestina non possono aspettare ancora”, ha dichiarato all’Agi il ministro dell’Interno.

Cosa prevede il decreto sicurezza – Il decreto reca “disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.

Si compone di quattro parti: dall’articolo 1 al 14 si occupa di immigrazione, dall’articolo 16 al 31 si occupa di sicurezza pubblica, la terza parte riguarda invece di organizzazione del ministero dell’Interno e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Una quarta sezione si occupa delle disposizioni finanziarie e finali.

Il tema più controverso del provvedimento è senz’altro quello dell’immigrazione.

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