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La Camera approva il decreto fiscale con 272 voti a favore e 143 contrari

Credit: Afp
Di TPI
Pubblicato il 21 Dic. 2018 alle 07:21 Aggiornato il 21 Dic. 2018 alle 09:42

Decreto fiscale 2019 – Il decreto fiscale è legge. La Camera dei deputati lo ha approvato con 272 voti a favore e 143 contrari.

Era stato approvato al Senato lo scorso 29 novembre, per poi passare all’esame della Camera per la seconda lettura. Il 13 dicembre la Camera ha votato la fiducia che il governo aveva posto sul decreto fiscale. I voti favorevoli sono 310, i voti contrari 228, gli astenuti 4. Il voto definitivo è atteso nella serata di oggi, 13 dicembre.

Il decreto fiscale è collegato alla manovra ora in discussione al Senato e che la Commissione Ue ha bocciato alcune settimane fa.

L’ultima novità significativa è l’assenza della rottamazione ter per le tasse locali come Imu e Tasi. A spiegare i motivi è stato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, che per il governo ha seguito i lavori del Senato sul decreto fiscale.

“Non c’è il parere favorevole della Ragioneria”. Eliminata anche l’estensione che consente ai Comuni la facoltà di aderire alla nuova sanatoria. Niente da fare, infine, per la proroga a settembre della moratoria sulle sanzioni per la fatturazione elettronica.

Ritirato emendamento sulle concessioni autostradali

L’emendamento sulle concessioni autostradali, che inizialmente era previsto al decreto Fiscale, sarà presentato in legge di Bilancio. Ad annunciarlo il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Massimo Bitonci, in aula al Senato.

Il relatore del provvedimento, Emiliano Fenu (M5s) ha ritirato la proposta di modifica che prevedeva che, in attesa delle future gare per la riassegnazione della concessione, senza alcun riconoscimento di proroga, il vecchio concessionario proseguisse con le attività di progettazione e realizzazione “degli urgenti interventi necessari a garantire il mantenimento e/o l’aumento degli standard di sicurezza dell’infrastruttura autostradale”.

Decreto fiscale 2019 – La polemica della “manina”

Il decreto fiscale, collegato alla Manovra, ha ricevuto il via libera della Ragioneria dello Stato ed è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio, che a Porta a Porta aveva affermato che il testo era stato modificato da una “manina”, il 20 ottobre 2018 Lega e Movimento Cinque Stelle avevano raggiunto un accordo sul decreto fiscale.

In particolare, dal provvedimento sono stati stralciati entrambi i punti contestati dal ministro pentastellato, ossia lo scudo per il rientro dei capitali all’estero e il condono penale per riciclaggio e autoriciclaggio.

In un vertice a Palazzo Chigi nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 novembre 2018 il Governo ha cancellato la previsione di un condono fiscale, eliminando la possibilità di fornire una dichiarazione integrativa per coloro che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi.

Condono fiscale cancellato

Inizialmente il Governo aveva previsto un condono fiscale, in base al quale quanto non denunciato al fisco negli ultimi cinque anni si sarebbe potuto sanare con un’integrazione speciale, con un tetto: chi ha dichiarato meno di 100mila euro può far emergere fino a 30mila euro oltre quanto già dichiarato. L’aliquota è del 20 per cento.

Nel perimetro del condono rientravano Irpef e relative addizionali, le imposte sostitutive sui redditi, le ritenute e i contributi previdenziali, l’Irap e l’Iva.

Questa possibilità è stata tuttavia cancellata dal Governo in vertice notturno a Palazzo Chigi nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 novembre. In base all’intesa raggiunta, la dichiarazione integrativa è cancellata dalle cosiddette misure sulla pace fiscale, care alla Lega: sarà quindi possibile regolarizzare solo il dichiarato.

Saltato il carcere per gli evasori

Non sarà introdotto il carcere per gli evasori, diversamente da quanto chiesto in origine dal Movimento Cinque Stelle.

Decreto fiscale 2019: Annullamento automatico per le mini cartelle sotto i mille euro

Per le cartelle di importo inferiore ai mille euro, emesse tra il 2000 e il 2010, è previsto l’annullamento automatico. In Parlamento sono attese modifiche e potrebbe arrivare una misura ad hoc per chi ha avuto difficoltà economiche con un saldo e stralcio delle cartelle non pagate. Le aliquote potrebbero essere tre: al 6 per cento, 10 per cento e 25 per cento.

Decreto fiscale 2019: Rottamazione ter per cartelle e multe

Chi non rientra nei criteri per poter usufruire del ‘saldo e lo stralcio’ potrà beneficiare della rottamazione ter. Si potrà pagare senza sanzioni e interessi con 10 rate da versare in cinque anni. La riscossione attesa che dovrebbe confluire nella rottamazione-ter ammonta a 3,048 miliardi di euro.

Decreto fiscale 2019: Da subito sanatoria verbali e accertamenti

In caso si riceva, entro l’entrata in vigore del dl, un verbale di contestazione ci si potrà mettere in regola da subito ripresentando la dichiarazione entro il 31 maggio 2019 e versando le imposte, senza sanzioni e interessi, in un’unica rata o in venti rate trimestrali. A patto che non siano stati impugnati, scompaiono le sanzioni e gli interessi anche in caso di avviso di accertamento, di rettifica, di liquidazione o per gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del decreto legge. C’è tempo 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.

Decreto fiscale 2019: Proroga di 12 mesi per la cassa integrazione straordinaria per le crisi aziendali

Si prevede una proroga di dodici mesi per la cassa integrazione straordinaria nelle aree di crisi e scompare la soglia minima di 100 lavoratori per usufruire della cig straordinaria.

La proroga è autorizzata anche per le imprese che hanno stipulato contratti di solidarietà qualora permanga, anche solo parzialmente, l’esubero di personale già dichiarato negli accordi di solidarietà.

Con la legge di bilancio per il 2018 è stata approvata la proroga, per imprese con organico superiore a 100 unità e che presentino rilevanti problematiche occupazionali anche a livello territoriale, dei programmi di riorganizzazione aziendale (sino a un massimo di 12 mesi) o di crisi (sino a un massimo di 6 mesi) per gli anni 2018 e 2019.

La proroga è disposta in deroga alla normativa a regime sulla durata massima dei trattamenti di Cigs, entro il limite massimo complessivo di spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019.

Decreto fiscale 2019: Scontrini digitali 

A partire dal primo gennaio 2020, diventa obbligatoria la trasmissione e la memorizzazione telematica degli scontrini. Vengono ridotte, inoltre, le sanzioni per i ritardi sulla fatturazione elettronica.

Decreto fiscale 2019: Condono fino 30mila euro per società e associazioni sportive dilettantistiche

Le società e le associazioni sportive dilettantistiche, iscritte nel registro Coni, potranno avvalersi della dichiarazione integrativa speciale “per tutte le imposte dovute e per ciascun anno di imposta, nel limite complessivo di 30mila euro di imponibile annuo”.

In particolare, potranno avvalersi della definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento versando il 50 per cento delle maggiori imposte accertate, esclusa l’Iva che è dovuta per intero, e il 5 per cento delle sanzioni irrogate e degli interessi dovuti.

Decreto fiscale 2019: Nel 2018 tagli ai ministeri per 589 milioni

Nel 2018 ai ministeri saranno tagliati circa 600 milioni per finanziare le misure previste dal decreto fiscale collegato alla manovra.

In totale il taglio per i ministeri è di 589,2 milioni: quasi 470 milioni a carico del Ministero dell’Economia, 29 milioni di tagli per l’Istruzione e la Ricerca, 24 milioni di dotazioni in meno per il Lavoro, 17 per l’Interno, 14 per la Difesa.

Contribuiscono in misura minore il Mise, con 9 milioni, e la Giustizia con 11 milioni.

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