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Cottarelli: “Ecco perché non ci possiamo permettere né flat tax né reddito di cittadinanza”

Carlo Cottarelli. Credit: AFP PHOTO / Alberto PIZZOLI

L'ex commissario alla spending review boccia la politica economica del Governo M5S-Lega

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 3 Set. 2018 alle 10:51 Aggiornato il 3 Set. 2018 alle 10:53

L’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, boccia la politica economica del Governo Conte. A suo avviso, nella situazione attuale l’Italia non si può permettere né la flat tax, né il reddito di cittadinanza né il superamento della legge Fornero sulle pensioni.

Intervistato dal Corriere della Sera, Cottarelli sottolinea che per attuare queste misure sarebbe necessario un aumento del deficit pubblico, ossia della differenza tra quanto lo Stato incassa e quanto spende, e che questo farebbe perdere la fiducia degli investitori nella capacità dell’Italia di rimborsare i prestiti. Il risultato, in pratica, secondo l’economista che oggi dirige l’Osservatorio dei conti pubblici alla Cattolica di Milano, sarebbe che ci ritroveremmo con seri problemi di liquidità pubblica.

Cottarelli, che a fine maggio aveva ricevuto l’incarico di formare il governo dal presidente della Repubblica Mattarella, osserva anche che sono bastate alcune dichiarazioni dei vicepremier Di Maio e Salvini per innescare un considerevole aumento dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi.

La spesa per interessi aumenterà “di 5 miliardi nel 2019, mentre è già salita di un miliardo quest’anno”, avverte l’economista, citando una stima dell’osservatorio che guida alla Cattolica.

“È vero che ci sono componenti esterne, come la crisi turca, ma l’aumento dello spread è anche la conseguenza delle dichiarazioni di questo governo e di questa maggioranza, che hanno promesso tantissimo”, sostiene Cottarelli, secondo cui “per far scendere lo spread ci vorrebbe una chiara riduzione del deficit e del debito rispetto al 2018”.

Interpellato su flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero, le tre priorità indicate da Di Maio, l’ex commissario alla spending review risponde così: “Queste tre cose purtroppo non ce le possiamo permettere e dunque io non ne farei nessuna”.

“La flat tax costerebbe da sola 50 miliardi. Le misure per superare la Fornero circa 8 miliardi, il reddito di cittadinanza altri 17 miliardi. In tutto parliamo di circa 75 miliardi di euro. Finanziare queste riforme strutturali ricorrendo a un aumento del deficit non avrebbe senso, perché significherebbe andare a chiedere prestiti a investitori che già pretendono interessi più alti sui nostri titoli di Stato. Insomma, se uno mi dice ‘ce ne freghiamo delle agenzie di rating e aumentiamo il deficit’ poi mi deve spiegare dove trova chi ci presta i soldi”, osserva Cottarelli.

L’ipotesi di superare il vincolo del 3 per cento sul rapporto deficit-Pil? “Spero che il ministro dell’Economia si opponga”, risponde.

Per far crescere l’economia, l’ex premier incaricato propone di lanciare una “drastica lotta alla burocrazia, che tra l’altro riduce la propensione a investire in Italia”.

“Le piccole e medie imprese pagano più di 30 miliardi di euro all’anno soltanto per riempire moduli, stima ufficiale del dipartimento della Funzione pubblica. Inoltre, ci vorrebbe una lotta serrata alla corruzione e all’evasione fiscale e una riforma per rendere più veloce la giustizia civile”, osserva Cottarelli.

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