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Corridoi umanitari: sì del ministero dell’Interno per l’arrivo in Italia di 1000 profughi siriani

Profughi siriani al confine tra Siria e Turchia. credit: Stringer/Getty Images

Il progetto firmato al Viminale si attuerà in Libano e in Marocco e prevede che altri mille richiedenti asilo di origine siriana verranno accolti in Italia in modo legale e sicuro

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 8 Nov. 2017 alle 16:38 Aggiornato il 8 Nov. 2017 alle 16:43

Al Viminale è stato sottoscritto l’accordo tra il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il ministero dell’Interno, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e la Tavola Valdese per il rinnovo del protocollo d’intesa per la realizzazione del progetto dei corridoi umanitari.

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I corridoi umanitari hanno la finalità di favorire l’arrivo in Italia, in modo legale ed in condizioni di sicurezza, di potenziali beneficiari di protezione internazionale, che manifestano una comprovata condizione di vulnerabilità determinata dalla situazione personale, dall’età e dalle condizioni di salute e riconosciuti rifugiati dall’UNHCR.

Il progetto, che si attuerà in Libano e in Marocco, rappresenta la continuazione del protocollo già sottoscritto il 15 dicembre del 2015, grazie al quale, nel biennio 2016-2017, mille richiedenti asilo in arrivo dal Libano prevalentemente di nazionalità siriana sono giunti in Italia in modo legale e sicuro. Grazie al nuovo accordo altri mille profughi siriani verranno accolti in Italia.

Il 27 ottobre era atterrato a Fiumicino l’ultimo gruppo di 125 siriani, dei mille previsti dal primo protocollo avviato a febbraio 2016. E prima di Natale dovrebbe arrivare il primo gruppo del nuovo accordo. Negli stessi giorni dovrebbero atterrare in Italia anche i profughi dai paesi del Corno d’Africa (Eritreta e Somalia) dell’altro protocollo attivato da Conferenza episcopale italiana e Sant’Egidio.

Con il rinnovo del progetto dei corridoi umanitari firmato oggi, che coniuga accoglienza e sicurezza, viene previsto per i profughi in condizioni di vulnerabilità, come donne sole con bambini, vittime potenziali della tratta di essere umani, anziani, persone affette da disabilità o serie patologie, un programma di integrazione con percorsi di apprendimento della lingua italiana, l’avviamento al lavoro e l’iscrizione alla scuola per minori.

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