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Luxuria a TPI sul Congresso delle Famiglie: “Riunione di fascisti e integralisti che vogliono leggi liberticide”

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 27 Mar. 2019 alle 16:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:01

“Questo congresso nasconde un progetto più grande, quello di un’organizzazione internazionale che intende fare pressione sui governi nazionali affinché adottino delle leggi liberticide, misogine, omofobe e fuori dal tempo”.

Con queste parole Vladimir Luxuria – ex parlamentare, attivista, scrittrice, personaggio televisivo – espone a TPI le sue idee sul prossimo Congresso delle Famiglie di Verona, l’evento fortemente voluto dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana.

Leggi anche: “Coppie omosessuali e donne single con figli? Non sono famiglie. A Verona per difendere quella naturale”

“Un esempio c’è già stato in questo senso”, ribadisce l’ex parlamentare, “Allan Carlson americano e Anatoly Antonov russo, i primi a fondare questo congresso, sono riusciti a ottenere che nel 2013 la duma russa  creasse una legge contro la propaganda gay. Oggi in Russia non si può pubblicamente palare di omosessualità”.

Ci sono altri personaggi che le fanno storcere il naso?

Tra le relatrici c’è anche una donna, Lucy Akello, la quale nel 2014, allora parlamentare dell’Uganda si fece portavoce di una legge che prevedeva l’ergastolo per gli omosessuali.

Tra i relatori c’è anche Brian Brown, secondo il quale le pulsioni sessuali devono essere curate. Quindi in questo congresso c’è anche chi ancora considera l’omosessualità una malattia da curare, cosa che è stata sburgiardata da ogni ordine di psicologi anche in Italia.

Cosa contesta del congresso?

Io non contesto che ci sia un congresso nel quale ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma contesto l’ambiguità di questo governo che non si esprime in maniera netta sul patrocinio: i 5 Stelle che parlano di Medioevo e Salvini che ci andrà con altri due ministri.

Contesto il fatto che ci siano delle persone rappresentanti di sette fondamentaliste che dicono che una donna che abortisce è una femminicida e una cannibale. Questo congresso è nato per influenza il Parlamento italiano per far sì che vengano fatte leggi liberticide.

Dopo la legge Pillon, ora c’è anche la proposta della Lega che vuole proporre un’altra legge secondo la quale il nascituro deve essere adottato da un’altra famiglia, costringendo di fatto una donna a portare avanti la gravidanza.

Come giudica il tipo di comunicazione adottata per il congresso, di certo è molto “pop”.

C’è una strategia comunicativa che vorrebbe contrapporre i bambini ai gay, le famiglie cosiddette tradizionali alle nuove famiglie, come se non si potesse vivere di tradizione e innovazione. La famiglia cambia, si evolve come cambia la società.

Questa strategia comunicativa che vuole tranquillizzare, che vuole dare l’idea di persone buone che difendono la famiglia, serve a nascondere la verità, come ad esempio che dietro di loro c’è tanta estrema destra. C’è un insieme tra legaioli, fascisti, neofascisti, integralisti, fondamentalisti che vogliono incidere sulle nostre vite.

Verona da mesi dimostra di lasciare spazio a determinate idee più conservatrici, ma l’Italia nella sua interezza dove sta andando?

Verona ha dimostrato più volte purtroppo una politica omofoba. È stata ad esempio l’unica città in Italia che ha permesso di far circolare i famosi autobus arancioni contro la fantomatica ideologia del gender: circolavano con la frase “chi nasce maschio deve rimanere maschio“.

È sempre stata una città in cui alcune idee un po’ retrò hanno trovato terreno fertile. Bisogna anche dire che c’è una grandissima parte di città che invece non è d’accordo. Io invito veronesi e non a venire alla manifestazione di sabato a Porta Nuova alle 14.30, per una protesta democratica.

E l’Italia?

Il successo di Salvini e della Lega è legato sulla questione dei migranti, sta facendo credere agli italiani che protegge l’Italia da una presunta invasione. Questo atteggiamento non lo sta tenendo sulle politiche omofobe. Nonostante infatti le grandi levate di scudi sulle unioni civili dell’epoca, oggi nessuno più – neanche dei leghisti – proporrebbe un referendum abrogativo di questa legge.

Salvini però non si sognerebbe mai di entrare sulla discussione sulla stepchild adoption.

Se io volessi essere più ligia e integralista di loro, dovrei prendere alla lettera quello che dice la religione cattolica sul matrimonio, quindi non solo che deve essere tra uomo e donna, ma anche indissolubile. Per cui, tutte le persone divorziate o separate non avrebbero i “requisiti religiosi” per andare a parlare a questo congresso, dalla Meloni a Salvini.

L’ha sfiorata l’idea di un ritorno alla politica?

No, io mi sento come nel 2006, ossia come ero prima che facessi politica. Una persona che quando c’è da protestare va a protestare, ma non da candidato. Voglio continuare a esprimere le mie idee senza un’appartenenza politica. Voterò e appoggerò quelle persone che sono vicine alle mia cause.

Luxuria, lei torna con un suo primo lavoro musicale, è da poco uscito un album che si intitola “Sono un uomo”. Titolo controverso se vogliamo.

Ovviamente non c’è nulla di autobiografico, ma è una presa in giro di quell’uomo che della donna valuta solo tette e culi, di quell’uomo che non ascolta, quell’uomo molto ben rappresentato dai fan del congresso delle famiglie di Verona, per intenderci.

In questo periodo ha registrato un aumento di aggressività nei suoi confronti?

Potrei fare un lungo elenco, proprio ieri su una scuola a San Giovanni è apparsa una scritta che recitava “Luxuria romanista” , queste persone hanno usato il mio nome per offendere i romanisti. Senza parlare dei commenti e dei messaggi che mi arrivano. Io per fortuna ho gli anticorpi.

I dati però preoccupano, gli episodi omofobi sono aumentati esponenzialmente.

Io ho la corazza data dalla mia popolarità e forza. Ma io parlo con gay e trans che sentono molto più odio in giro: insulti di persone che fino a poco tempo fa non osavano, adesso si sentono legittimati, si sentono maggioranza. Iniziative come il Congresso di Verona veicolano il messaggio subdolo che noi siamo una minaccia.

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