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Soldi per i bambini africani finiti su conti vicini alla famiglia Renzi: indagato il cognato dell’ex premier

Matteo Renzi

Inchiesta della Procura di Firenza partita da alcune segnalazioni bancarie, ma se le parti offese non sporgeranno querela non si potrà procedere

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 10 Ago. 2018 alle 09:32 Aggiornato il 10 Ago. 2018 alle 10:30

La Procura di Firenze sta conducendo un’inchiesta su una somma di denaro che sarebbe stata destinata ad attività benefiche e che invece è finita su conti correnti privati. Tra gli indagati c’è Andrea Conticini, cognato dell’ex premier Matteo Renzi.

La somma contestata è pari a 6,6 milioni di euro. I soldi fanno parte dei finanziamenti che Unicef, Fondazione Pulitzer e alcune onlus americane e australiane avevano destinato all’associazione Play Therapy Africa Limited per attività di assistenza a bambini africani.

Secondo gli inquirenti, il denaro sarebbe finito su conti privati riconducibili, a vario titolo, ad Andrea Conticini e ai suoi fratelli Alessandro e Luca per l’acquisto di una casa in Portogallo e per finanziare alcune società riconducibili alla famiglia Renzi o a sostenitori dell’ex premier.

La Procura ritiene che il valore della somma non possa essere considerato un compenso per l’attività svolta da Alessandro Conticini, titolare della Play Therapy Africa Limited ed ex direttore dell’Unicef di Addis Abeba, e dai suoi collaboratori.

Le ipotesi di reato vanno dall’appropriazione indebita al riciclaggio.

L’inchiesta è partita nel 2016 sulla base di alcuni segnalazioni bancarie su trasferimenti di denaro sospetti.

Interpellato dal quotidiano La Repubblica, l’avvocato Bagattini, che difende i tre fratelli con la collega Chiara Zecchi di Bologna, ha assicurato che tutto è puntualmente spiegato in una memoria che verrà depositata alla conclusione delle indagini preliminari.

Convocati per essere ascoltati dai magistrati il 14 giugno scorso, i fratelli Conticini non si sono presentati. L’avvocato ha spiegato la decisione con il fatto che, dopo che i tre si erano dichiarati disponibili a chiarire tutto, la Procura aveva annullato gli interrogatori fissati nel dicembre scorso.

Una recente riforma ha modificato le norme sulle inchieste per appropriazione indebita aggravata, prevedendo che il reato possa essere perseguito solo se la parte lesa sporge querela.

In questo caso, dunque, l’indagine potrà proseguire solo se Unicef, Fondazione Pulitzer, Operation Usa e le altre onlus interessate presenteranno denuncia, altrimenti il reato diventerà improcedibile.

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