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Violenza sulle donne, il Cdm approva il “codice rosso”: il testo passa alle Camere

Di Laura Melissari
Pubblicato il 28 Nov. 2018 alle 11:49 Aggiornato il 28 Nov. 2018 alle 17:19

Un disegno di legge che riduce i tempi per i procedimenti giudiziari in casi di violenza e stupro. Il cosiddetto “Codice rosso” è stato approvato oggi, 28 novembre 2018, dal Consiglio dei ministri e passa al vaglio delle Camere.

A metterlo a punto sono stati il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Il ddl prende spunto dal lavoro dell’associazione “Doppia difesa”, della ministra Bongiorno e di Michelle Hunziker.

Codice rosso: cosa prevede

Il provvedimento prevede una sorta di “corsia preferenziale” per le donne che subiscono violenza o stupro. La denuncia di stupro potrà arrivare direttamente al pm, che in 3 giorni avrà l’obbligo di sentire la donna vittima di violenza. Allo stesso modo, la polizia giudiziaria dovrà dare massima priorità alle indagini.

“Questo provvedimento deve avere anche un’altra funzione: la prevenzione. Quindi faccio un appello: denunciate! Non abbiate paura, lo stato è più forte di qualsiasi violenza che abbiate subito e adesso è al vostro fianco, con ogni mezzo a sua disposizione”, ha detto il vicepremier Di Maio.

La media annuale dei femminicidi è 150, mentre sono state più di 2.000 le sentenze definitive per stupro e 1.827 quelle per stalking.

La maggior parte dei femminicidi sono consumati nei contesti familiari, per mano di mariti o partner, ex o altri familiari. “Le sentenze ci dicono che sul totale delle condanne per omicidi di donne, l’85% sono classificabili come femminicidio, perché avvenuti in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili”, spiega Bonafede.

Nella maggior parte dei casi le donne non hanno il coraggio di denunciare, e quando denunciano, i tempi della giustizia sono lunghi.

Il ddl sul codice rosso prevede quindi di dare una risposta veloce nei casi di denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza

Si tratta di un provvedimento che ha messo d’accordo i due alleati di governo, la Lega e il Movimento 5 stelle.

Il “Codice rosso per dare priorità assoluta all’esame delle denunce di donne maltrattate, minacciate o molestate è un mio impegno, andrò fino in fondo”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla stessa lunghezza d’onda di Di Maio.

Le critiche arrivano dal Pd, che mette in evidenza le contraddizioni di un provvedimento del genere con i tagli ai centri antiviolenza e altre decisioni del governo che vanno in direzioni opposte.

Violenza sulle donne: i dati

È una strage che non si ferma quella consumata sulla vita delle donne in Italia. Sono state 106 le vittime di femminicidio in Italia nei primi dieci mesi del 2018, secondo l’aggiornamento statistico sul fenomeno curato da Eures – Ricerche economiche e sociali in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre.

Dall’1 gennaio al 31 ottobre 2018, rispetto al totale degli omicidi commessi in Italia i femminicidi sono saliti al 37,6 per cento rispetto al 2017, quando erano al 34,8 per cento. I dati mostrano che le violenze avvengono in famiglia (il 70,2 per cento) e in coppia (il 65,2 per cento nel gennaio-ottobre 2017).

Eures sottoliena un aumento progressivo dell’età media delle vittime, che raggiunge il suo valore più elevato proprio quest’anno: 52,6 anni per il totale delle donne uccise e 54 anni per le vittime di femminicidio familiare (in molti casi donne malate, uccise dal coniuge anch’esso anziano, che poi a sua volta si è tolto la vita).

“La coppia è l’ambito più a rischio per le donne” – Tra il 2000 e i primi dieci mesi del 2018 le donne uccise sono state 3.100, una media di più di tre a settimana. E in quasi tre casi su 4 (il 72 per cento) si è trattato di donne cadute per mano di un parente, di un partner o di un ex partner.

“La coppia rappresenta l’ambito più a rischio per le donne, con ben 1.426 vittime di coniugi, partner, amanti o ex partner (pari al 66,1 per cento dei femminicidi familiari e al 47,6 per cento del totale delle donne uccise”, avverte Eures.

Con la progressiva riduzione del numero totale degli omicidi – sceso nel 2017 al minimo storico di 396 – e delle vittime di sesso maschile, l’incidenza delle donne uccise cresce progressivamente fino al picco del 2016 (38%): nel 2017 si registra la percentuale piu’ elevata dell’intero periodo considerato di femminicidi familiari (112 su 141, pari al 79,4%) ed una delle piu’ basse per i femminicidi di coppia (67, pari al 59,8%) mentre aumenta l’incidenza delle madri uccise dai propri figli (16,1%).

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