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Tra i Cinque Stelle c’è chi comincia a dissentire dalla linea Salvini sui migranti

Daisy Osakue

Molte voci critiche nei confronti del ministro dell'Interno si sono levate da esponenti pentastellati. "Non bisogna soffiare sul fuoco con slogan, alimentando una guerra tra poveri"

Di Luca Serafini
Pubblicato il 31 Lug. 2018 alle 08:46 Aggiornato il 17 Ago. 2018 alle 18:19

Il lancio di uova contro Daisy Osakue, l’atleta 22enne della nazionale italiana, è solo l’ultimo di una serie di episodi riconducibili a una matrice razzista che si sono verificati nell’ultimo mese e mezzo (qui li abbiamo elencati tutti).

Il Pd ha parlato apertamente di emergenza legata al razzismo, e ha annunciato di voler convocare una manifestazione nazionale per settembre, additando come responsabile del clima da caccia allo straniero il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Quest’ultimo, però, ha minimizzato, rimbalzando eventuali responsabilità proprio alla sinistra: “Emergenza razzismo in Italia? Non diciamo sciocchezze. Ogni aggressione va punita e condannata, ma di certo l’immigrazione di massa permessa dalla sinistra negli ultimi anni non ha aiutato”.

Buona parte del governo, compresi gli esponenti di punta del M5s, ha sostanzialmente fatto quadrato attorno al ministro, anche se, a ben guardare, tra i pentastellati cominciano a intravedersi le prime crepe.

C’è chi, infatti, non è disposto a liquidare l’episodio di Daisy Osakue con una battutina, e chi soprattutto si rende conto che la retorica utilizzata finora da Salvini nel parlare di migranti sia quantomeno discutibile, anche al di là del merito delle scelte politiche.

A guidare il fronte degli scettici c’è, come già accaduto in passato, Roberto Fico. Il presidente della Camera ha una spiccata sensibilità umanitaria e valori di sinistra. Per quanto sia ligio agli ordini di scuderia, non può fare a meno di evidenziare alcuni aspetti problematici della linea portata avanti dal governo.

“Il razzismo va sempre combattuto, in ogni caso, senza esitare mai un solo secondo”, ha detto Fico, anche se poi si è affrettato a precisare che “l’Italia non è un paese xenofobo”. Non ha però mancato di evidenziare, a proposito della Libia, come “non possa essere definito un paese sicuro”, rifilando un altro colpo alla linea salviniana.

Quella di Fico non è una voce isolata tra i Cinque Stelle. Il sottosegretario Vincenzo Spadafora ha parlato della necessità di non affrontare questi temi con slogan e spauracchi, e a Salvini devono essere fischiate le orecchie: “La notizia dell’ennesima violenza di stampo razzista – ha detto Spadafora –  non può lasciarci in silenzio. Allo stesso modo sarebbe semplicistico pensare che tutto ciò accada solo adesso”

“Tutti noi, a partire dal mondo politico, abbiamo la responsabilità di creare un argine a questi inaccettabili quanto vili episodi. Dobbiamo farlo, in primis, smettendo di soffiare sul fuoco attraverso slogan e spauracchi, che appartengono a periodi bui della nostra democrazia”, ha concluso il sottosegretario.

Parole simili sono state pronunciate da Lorenzo Fioramonti, sottosegretario all’istruzione: “In italia, emergenza razzismo c’è ora come c’è stata in passato. Rischio guerra tra poveri. Chi ricopre incarichi istituzionali deve pesare parole, perché creano effetto sdoganamento e imitazione. Solidarietà a Daisy Osakue”.

Ci fa giù ancora più pesante il senatore M5s Matteo Montero: “C’è una responsabilità politica in quello che sta accadendo, il continuo dipingere il diverso come la causa di ogni male, da parte di chi cavalca questi temi per avere qualche voto o vendere qualche copia in più, dà coraggio a questi razzisti ignoranti””.

Un altro senatore pentastellato, Alberto Airola, critica apertamente Salvini: “Tanti nemici, tanto onore è una frase che chi governa un paese non dovrebbe mai pronunciare”.

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