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Tragedia di Casteldaccia, il sindaco accusa: “Villa abusiva, andava demolita”

"I proprietari dell'immobile hanno impugnato l'ordine di demolizione del Comune davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile". Le vittime si erano trasferite in affitto da un paio di anni

Di Massimo Ferraro
Pubblicato il 4 Nov. 2018 alle 19:16 Aggiornato il 4 Nov. 2018 alle 19:17

Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2018 nelle campagne di Casteldaccia, in provincia di Palermo, in una villa sono morte nove persone a causa dell’esondazione del fiume Milicia. Secondo il sindaco quella casa “era abusiva, e c’era un ordine di demolizione dal 2008”.

Nella tragedia sono morti tre bambini, di 1, 3 e 15 anni, e stati spazzati via due nuclei familiari. Giuseppe Giordano, sopravvissuto salendo su un albero, ha raccontato che da 2 anni si trovava in affitto in quella villa.

“I proprietari dell’immobile hanno impugnato l’ordine di demolizione del Comune davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile”, spiega il sindaco Giovanni Di Giacinto.

“La zona in cui è esondato il fiume Milicia è ad altissimo rischio, non solo per le condizioni dell’alveo che va ripulito, ma per l’enorme numero di case abusive costruite”.

Esposto – Il sindaco di Altavilla Milicia, Giuseppe Virga, ha spiegato che “da anni denunciamo una situazione gravissima. “Insieme all’ex sindaco di Casteldaccia abbiamo presentato più di un anno fa un esposto contro le case abusive che sorgono nei pressi del Milicia. Sono decine”.

“Quella vallata interessata dall’esondazione è il tracciato naturale del fiume. Quel fenomeno gravissimo era stato denunciato, bisognava agire”, ha aggiunto in riferimento all’area già segnalata come a forte rischio idrogeologico e dove già si erano verificate esondazioni.

Nella tragedia sono morte 9 persone: Rachele Giordano, un anno; Federico Giordano, 15; la madre Stefania Catanzaro, 32; il nonno Antonino Giordano, 65, e la moglie Matilde Comito di 57; il figlio Marco Giordano, 32, e la sorella Monia Giordano, 40; Francesco Rughoo, 3 anni, Nunzia Flamia 65 anni.

Altri tre familiari delle vittime si sono salvati, e tra questi Giuseppe Giordano, marito di Stefania Catanzaro e padre di Federico Giordano. L’allarme è stato dato da uno dei tre superstiti con il telefono cellulare.

Il racconto – “È successo tutto in pochi secondi, all’improvviso l’acqua e il fango hanno sfondato i vetri, tutte le imposte. Non abbiamo più capito niente”, ha raccontato agli inquirenti che hanno aperto un’inchiesta sulla tragedia di Casteldaccia uno dei superstiti.

“In pochi istanti l’acqua ha raggiunto il tetto. Io sono riuscito a uscire e salire sull’albero. Solo per questo mi sono salvato”.

Un secondo testimone – Testimone della tragedia che si è consumata a Casteldaccia anche un secondo uomo, che si stava recando nell’abitazione vicina a quella travolta dalle acque del fiume.

“Sono stati momenti terribili, il fiume che si ingrossa nel giro di pochi minuti e diventa un’onda che travolge tutto e tutti. Case e persone” .

“Io stavo andando a un incontro del mio gruppo di preghiera, avevo appena imboccato la stradina che dalla statale porta giù, pioveva a dirotto ed era buio, ma ho sentito un rumore forte, come un boato, e sono scappato prima che l’acqua travolgesse tutto”, racconta l’uomo, che teme che un episodio simile si ripeta.

Le case abusive – “Questa è una zona molto particolare, questa vallata è stata sempre una zona franca. Perché mai nessuno ha controllato le case abusive che in questa zona sorgevano come funghi a ridosso del fiume? Un tempo, in questa zona si facevano pure riunioni di mafia. Questa è una tragedia annunciata”.

“Ora ho solo un grande dolore dentro per quello che è accaduto”, prosegue l’uomo, che preferisce rimanere anonimo per paura di ritorsioni.

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