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    Il clan più potente ignorato per anni, così i Casamonica hanno conquistato Roma

    “Negli ultimi vent’anni oltre milleseicento procedimenti a carico della famiglia”

    Di Nello Trocchia
    Pubblicato il 2 Feb. 2019 alle 12:33 Aggiornato il 2 Feb. 2019 alle 19:28

    I Casamonica, chi? Quelli dell’aggressione? Quelli della testata?

    Ma quella mica è mafia, hai mai visto un mafioso dare un cazzotto o una “craniata”?

    Quelli non sono mafiosi, non sono romani, non sono manco italiani. Non sono. Ecco, semplicemente non sono.

    Nel sonno della ragione, Roma ha giocato la parte della protagonista: ignorando per anni la nascita, crescita e imposizione delle grandi famiglie criminali nel suo territorio.

    E così una signora della droga ha potuto sentenziare di recente: “A Roma è un’altra cosa. A Roma pure con dieci accuse ti danno cinque mesi di carcere, sei mesi, al massimo sette mesi. A Napoli, invece, per le stesse cose ti danno dieci anni. Ce ne dobbiamo venire tutti a Roma. Altrimenti è finita”.

    A Roma, invece, non finisce mai, nella città senza porti dove però arrivano tutti. A svernare, a nascondersi, a trafficare, a imporsi, a guadagnare.

    I fatti dicono che in quasi metà secolo, mentre i Casamonica diventavano giganti, tutto attorno era un pullulare di sottovalutazione. Così le parole, sbagliate, che hanno riguardato i Casamonica sono quelle che gli stessi membri di questa famiglia adoperano per definirsi: “nomadi”, “zingari”, “zingaracci”.

    C’è una singolare e anomala aderenza tra la vulgata popolare e la stratificazione del fenomeno anche in termini giudiziari e investigativi. Ridurli a fenomeno da baraccone, da circo, a violenti senza arte né parte, a loschi figuri, vandali confinati nel loro ghetto di una borgata romana, diventata presto quartiere, è stata un’operazione perfettamente riuscita, ma che li ha resi il più potente clan del Lazio. Basti guardare i dati che abbiamo ricostruito per difetto.

    Negli ultimi vent’anni sono stati iscritti oltre milleseicento procedimenti nei confronti dei componenti del nucleo familiare Casamonica, nel quale risultano integrati anche i Di Silvio e gli Spada.

    Un ultimo dossier degli inquirenti, relativo al periodo tra il 2010 e il 2016, indica 408 procedimenti aperti a carico della famiglia, per reati che vanno dall’estorsione all’associazione a delinquere, dalla truffa alla rapina. I reati per i quali Casamonica, Spada e Di Silvio finiscono impigliati nelle magli della giustizia sono quelli per droga, che superano, dal 2010 al 2016, i cento procedimenti. Reati che raccontano il controllo e il potere.

    Di Nello Trocchia, estratto dal libro “Casamonica. Viaggio nel mondo parallelo del clan che ha conquistato Roma“, edito da UTET.

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