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Perché mangiare la carne non è pericoloso quanto fumare

Alcune cose utili da sapere sul rapporto tra carni lavorate e cancro, e le differenze sostanziali con il fumo

Di TPI
Pubblicato il 27 Ott. 2015 alle 11:53

Il 26 ottobre del 2015 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha etichettato la carne rossa e le carni lavorate – tra cui salsicce, prosciutto, bacon e hot dog – come potenzialmente cancerogene, sia pure in modi differenti.

Per quanto ciò possa apparentemente far pensare che questi prodotti siano per il nostro corpo dannosi tanto quanto lo è il fumo, in realtà – secondo diversi studi – questo tipo di paragone è sbagliato.

Secondo quanto riportato dall’istituto di ricerca britannico Cancer research Uk, mangiare un paio di volte a settimana una bistecca o una salsiccia non deve in alcun modo destare preoccupazione e, soprattutto, non è assolutamente paragonabile agli effetti che il fumo ha sul nostro corpo.

L’istituto ha rivelato come effettivamente esista un nesso tra il consumo di carne lavorata – considerata la più pericolosa dall’Oms – e il cancro intestinale. Tuttavia, come mostrato da uno studio del 2011 del World cancer research fund (Wcrf), il rischio non è così alto.

La ricerca ha selezionato un campione di persone, dividendolo tra chi consuma abitualmente carne lavorata e chi la consuma saltuariamente o non la consuma affatto.

Il risultato della ricerca ha mostrato che le persone che consumano maggiormente carni lavorate hanno il 17 per cento di possibilità in più di sviluppare un cancro intestinale rispetto a chi la consuma non abitualmente.

A un risultato molto simile è arrivato anche lo studio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), secondo cui il consumo superiore a 50 grammi di carni processate al giorno aumenta il rischio di carcinoma del colon-retto per persona del 18 per cento.

Se andiamo ad analizzare concretamente i dati sulle persone colpite da cancro intestinale nel Regno Unito, si nota che queste sono 61 ogni mille abitanti. Nel caso di persone che consumano poche carni lavorate – o non ne consumano proprio -, il numero scende sensibilmente a 51.

Questi dati evidenziano che esiste il rischio di cancro intestinale per chi mangia i tipi di carne incriminati, anche se questo è effettivamente molto sensibile.

Qui sotto: un grafico del sito Vocativ mostra il livello di probabilità di contrarre un cancro intestinale in base al consumo giornaliero di bacon 

Sulla base di queste premesse, come mai allora l’Oms ha stabilito che la carne lavorata può causare il cancro e quella rossa è una probabile causa di cancro?

In realtà, l’agenzia delle Nazioni Unite, quando stabilisce che le carni lavorate “sono una causa di cancro”, non intende che mangiare carne rossa causi automaticamente un tumore, ma che tra il consumo di quel tipo di alimenti e quella determinata malattia esiste certamente una connessione.

Ciò provoca un rischio piuttosto basso, ma che cresce esponenzialmente nel momento in cui aumentano le quantità consumate di carni lavorate e carni rosse.

I cinque gruppi realizzati dall’Oms per classificare il livello cancerogeno di diverse sostanze e alimenti, quindi, indica solamente la possibilità di un collegamento tra quella sostanza e il cancro, ma non indica in alcun modo quanto sia alta la probabilità di contrarre un carcinoma.

Qui sotto un grafico mostra le categorie cancerogene secondo l’Oms 

Mangiare un salame, una salsiccia o un wurstel occasionalmente, quindi, non è pericoloso per la nostra salute, e sicuramente ogni paragone tra questi alimenti e il fumo è incongruo.

Un esempio per rendere ancora più chiaro il paragone può essere quello tra la luce solare e il fumo. Gli scienziati, infatti, sono concordi che prendere troppo sole senza protezione possa causare il cancro alla pelle, così come sono concordi che fumare possa causare il cancro ai polmoni.

Tuttavia, nessuno scienziato ritiene che prendere il sole senza protezione sia pericoloso quanto fumare.

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