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    Questa notte a Cagliari, di nascosto, una nave cargo ha caricato bombe per lo Yemen

    Credit: Ansa/ EPA/Miguel Tona
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 1 Giu. 2019 alle 16:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:33

    Cagliari nave saudita bombe Yemen – È arrivata di notte, come se fosse importante che non si vedesse. Alle 04:00 del 31 maggio, la nave saudita Bahri Tabuk è comparsa nel golfo di Cagliari pronta per raccogliere il suo carico di morte, quella morte in Yemen che ha addosso anche l’odore italiano, anche se qui da noi fingiamo di non vedere, di non sapere, di non sentire, come nel gioco delle tre scimmiette.

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    Il cargo Bahri Tabuk avrebbe effettuato un carico di bombe prodotte a Domusnovas dalla Rwm da utilizzare dalla coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita nella guerra in Yemen. La denuncia giunge da Rete Disarmo che è riuscita a documentare tutti gli inconsueti passaggi di un carico, che dovrebbe farci vergognare mentre abbiamo le mani che grondano di sangue.

    Intorno alle 7.30 – fa sapere la Rete Disarmo – “sono stati scortati nel Porto Canale di Cagliari 4 container che sono stati poi caricati sul cargo saudita Bahri Tabuk. Il trasporto è stato fatto con uso di aziende private di sicurezza e agendo con percorsi e procedure al di fuori delle normali regole e procedure del porto (di fatto by-passando il controllo dei lavoratori portuali).

    Sui container non erano presenti evidenti segni di riconoscimento di materiale esplosivo, ma viste le tempistiche delle operazioni di carico e lo spiegamento di strutture di sicurezza è alto il sospetto che si sia trattato di un carico di nuovi ordigni prodotti in Sardegna e diretti in Arabia Saudita”.

    Le modalità di carico e la segretezza delle operazioni (infatti sono stati “scavalcati” i portuali che già alcuni giorni fa avevano scioperato nel porto di Genova rifiutandosi di caricare armi) fanno credere che la Bahri Tabuk (che trasporta già materiale militare caricato in Nord America) sia riuscita nell’impresa di caricare le bombe nonostante avesse dichiarato di voler fare rotta in Egitto, salvo poi virare all’ultimo momento nel porto di Cagliari.

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    Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo ha commentato: “Il forte sospetto è che l’attracco significhi una nuova spedizione di bombe ‘made in Sardegna’ destinate alle forze armate saudite. Va infatti ricordato come già in passato, sicuramente a partire dal 2016, cioè a conflitto in Yemen già iniziato da oltre un anno, il cargo Bahri Tabuk sia stato protagonista di soste in Sardegna per caricare ordigni prodotti a Domusnovas dalla RWM Italia. Secondo i registri navali consultati da giornalisti investigativi la Bahri Tabuk mancherebbe dalla Sardegna da metà 2018”.

    Sembra invece non avere nessun dubbio la Filt Cgil: “I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai paesi sauditi – dichiara il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo – ma il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati per analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone.

    Anche a Cagliari, come a Monfalcone, è stato nascosto, per agire indisturbati, l’arrivo della nave con la sua missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi. Non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili. Tali rifornimenti violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.

    Dice l’Onu che la guerra che so sta svolgendo in Yemen è “la più grande catastrofe umanitaria nel mondo” ma l’Italia, pur di continuare a intascare gli investimenti sauditi, sembra non volerne sapere e continua a spedire le proprie bombe come se nulla fosse. E noi qui, intanto, a parlare di manine sulle letterine.

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