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Brunetta grida alla Camera: “La maggioranza non c’è più”. E Fico gli spegne il microfono

Lo scontro durante il dibattito sul ddl Anticorruzione

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 23 Nov. 2018 alle 11:09 Aggiornato il 23 Nov. 2018 alle 11:10

La bocciatura della manovra finanziaria da parte della Commissione europea ha alzato i toni del dibattito alla Camera nella mattinata di mercoledì 21 novembre 2018.

Durante la seduta dedicata al dibattito sul disegno di legge Anticorruzione diversi interventi di deputati hanno puntato il dito contro la Legge di Bilancio varata dal Governo.

La presenza in aula del premier Giuseppe Conte e dei due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, né quella del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sono servite a distendere il clima.

Uno dei picchi di tensione si è avuto quando lo stesso Conte ha rivolto a Emanuele Fiano, deputato del Partito democratico, un gesto con le mani, mimando il tipico “ci vediamo dopo” o “ne riparliamo dopo”: il gesto ha scatenato la dura reazione dei dem, con conseguente caos in aula.

A un certo punto il Movimento Cinque Stelle ha chiesto la sospensione dei lavori: alla ripresa, nulla è stato comunicato su come la maggioranza intendesse andare avanti con l’esame del ddl dopo che il giorno precedente l’asse M5S-Lega era stata battuta su un emendamento riguardante il peculato. La cosa ha generato vibranti proteste.

Le opposizioni si sono rivolte al presidente della Camera, il pentastellato Roberto Fico, chiedendogli di essere “garante” del rispetto “dell’aula e dei diritti delle stesse opposizioni”.

“Lei, presidente, deve garantire il rispetto dell’aula, ci vogliono spiegare come si va avanti?”, ha chiesto il deputato Franco Vazio (Pd).

Durissimo l’intervento di Renato Brunetta (Forza Italia): “È surreale il modo di gestire l’aula”. Poi, rivolto al premier Conte, ha aggiunto: “Stiamo a discutere di un provvedimento illiberale e incostituzionale mentre siamo in piena sessione di Bilancio e l’Ue ha bocciato la manovra dell’Italia, lei ci deve spiegare. La maggioranza non c’è più”. A questo punto il presidente Fico, dopo avergli ricordato che all’ordine del giorno c’era il ddl Anticorruzione, gli ha spento il microfono.

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