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Gay e pena di morte: “Boycott these hotels”, l’appello delle star contro il sultano del Brunei e le sue proprietà

Credits: Instagram Ellen DeGeneres
Di Beatrice Tomasini
Pubblicato il 4 Apr. 2019 alle 16:28 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 19:54

Il Brunei, sultanato di oltre 400mila abitanti sull’isola del Borneo, ha introdotto la pena di morte per gay e adulteri. Nonostante le critiche e l’indignazione scatenate dalla nuova normativa, il sultano Haji Hassanal Bolkiah non sembra intenzionato a fare passi indietro.

“Voglio vedere gli insegnamenti islamici in questo Paese, diventare più forti”, ha commentato il capo di Stato. Contro di lui si sono scatenati politici, personaggi pubblici e star: “Codice penale draconiano”, ha commentato Michelle Bachelette, Alto Commissario Onu per i Diritti umani.

La conduttrice americana Ellen deGeneres, felicemente sposata con un’altra donna (la ex modella e attrice Portia De Rossi) ha lanciato un appello su Instagram invitando tutti a boicottare gli alberghi del Sultano dislocati tra Stati Uniti e Europa.

Hotel di lusso che si trovano anche in Italia come l’Hotel Eden a Roma e l’Hotel Principe di Savoia a Milano, entrambi appartenenti al gruppo Dorchester Collection detenuto dal fondo “Brunei Investment Agency” (BIA).

Oltre ai due alberghi in Italia, il sultano del Brunei detiene anche il The Dorchester a Londra, il The Beverly Hills Hotel nell’omonima città americana, il Plaza Athénée a Parigi, l’Hotel Meurice sempre nella capitale francese, l’Hotel Bel-Air a Los Angeles, il Coworth Park nel Regno Unito, il 45 Park Lane a Londra.

Un appello raccolto anche dal cantante Elton John, sposato con il regista canadese David Furnish: “Credo che l’amore è amore sempre e essere capaci di amare come vogliamo è un diritto umano fondamentale”, ha scritto la star inglese su Twitter.

Il cantante aveva già appoggiato la posizione di George Clooney per boicottare gli hotel del sultano: “Non date soldi a chi ha scelto di lapidare i gay”, ha scritto la star americana in una lettera aperta al sito “Deadline“. Dopo aver pubblicato anche lui l’elenco di tutti i resort di proprietà del sultano, il divo di Hollywood ha scritto: “Adesso sta a ciascuno di noi scegliere quello che fare”.

Anche Alessandro Gassmann ha attaccato la decisione del piccolo stato islamico su Twitter: “Sti quattro nun Sò pupazzi, ma la famija che governa er surtanato der Brunei in Asia. Quello a sinistra se chiama Hassanal Bolkiah e ha fatto na legge che se sei omosessuale te devono ammazzà a sassate. E noi ancora abbiamo rapporti co sti 4?…”.

Brunei, oggi entra in vigore la pena di morte per gay e adulteri
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