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Il tesoriere del Pd Bonifazi indagato per fondi illeciti: “I finanziamenti di Parnasi erano per il partito”

L'indagine si riferisce ai 150mila euro versati da Luca Parnasi, l'imprenditore arrestato per la vicenda dello stadio della Roma, nelle casse della Fondazione Eye, presieduta dal tesoriere Pd. I soldi sarebbero stati destinati al partito ma non iscritti correttamente nei bilanci

Di Marta Facchini
Pubblicato il 21 Set. 2018 alle 11:33 Aggiornato il 21 Set. 2018 alle 11:37

Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, è indagato dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sui pagamenti alla politica dell’imprenditore Luca Parnasi. L’ipotesi di reato è finanziamento illecito. bonifazi indagato

Luca Parnasi, arrestato lo scorso giugno per la vicenda dello stadio della Roma, avrebbe versato 150mila euro nelle casse della Fondazione Eye, presieduta dal tesoriere Bonifazi. Ma i soldi sarebbero in realtà stati destinati al partito e non sarebbero stati iscritti correttamente nei bilanci.

L’imprenditore Parnasi, che è indagato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, ha cominciato a collaborare con i magistrati e in queste settimane ha più volte fatto riferimento al suo metodo per finanziare i partiti tramite le fondazioni. Oltre alla Eyu, Parnasi ha fatto riferimento anche alla “Più voci”, amministrata dal tesoriere della lega Giulio Centemero.

Come riporta il Corriere della Sera, l’inchiesta sull’imprenditore che doveva costruire lo stadio della Roma arriva a un punto di svolta e inizia a concentrarsi sui soldi che Parnasi ha ammesso di avere versato ai politici nazionali: Pd e Lega.

Infatti, ci sarebbero stati rapporti diretti con Centemero: sono in corso verifiche perché si trattava ufficialmente di fondi destinati alla pubblicità della “Più voci” ma invece destinate al Carroccio.

Agli atti dell’inchiesta, ci sarebbero diverse conversazioni tra Bonifazi e Parnasi. Ieri, giovedì 20 settembre, l’imprenditore è stato interrogato dai pm su un colloquio captato grazie a un trojan inserito nel suo cellulare. I magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, volevano avere dettagli sull’identità degli interlocutori.

Parnasi, difeso dagli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburini, ha confermato che all’incontro, avvenuto prima dell’ultima campagna elettorale, avevano partecipato Bonifazi e Domenico Petrolo, responsabile del fundraising di Eyu.

E ha chiarito che visto che la riunione si è svolta a sant’Andrea delle Fratte, luogo coperto dall’immunità parlamentare, quella conversazione – nella quale sarebbe stato appunto affrontato il problema relativo al finanziamento in vista delle elezioni del 4 marzo – non dovrebbe essere utilizzabile.

Tra le conversazioni captate, alcune riguardano il commercialista di Parnasi e Petrolo che si accordano sulle modalità di versamento dei 150 mila euro e sulla causale.

C’è poi una telefonata del 27 febbraio, in riferimento alla quale i carabinieri annotano che “Petrolo sollecita il pagamento, affermando che ciò li aiuterebbe molto, trattandosi degli ultimi giorni”.

“Evidente è il riferimento alle vicine elezioni del 4 marzo 2018 ed alla campagna elettorale in corso”, riferiscono i carabinieri.

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