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Il video di Bonafede su Battisti ha messo a rischio la copertura di un poliziotto?

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 17 Gen. 2019 alle 07:41 Aggiornato il 17 Gen. 2019 alle 07:45

Il video su Cesare Battisti pubblicato su Facebook dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è stato criticato per presunte violazioni delle norme a tutela delle persone arrestate [per quali reati Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo].

Non solo, c’è anche chi ha fatto notare che con la pubblicazione del video sarebbe stata messa a rischio la copertura di un agente della polizia.

Intorno al minuto 01 50” del filmato, infatti, mentre a Battisti vengono prese le impronte digitali, si vede un uomo in borghese che all’avvicinarsi della telecamera si affretta a coprirsi il volto con una sciarpa. Un altro presunto inciampo per il video di Bonafede, già duramente attaccata da molti utenti dei social.

Tra le altre cose è stata segnalata la presunta violazione dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, che impone il divieto per “la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica”.

Sarebbe stato infranto anche l’articolo 42 bis dell’Ordinamento penitenziario, che impone l’adozione di “opportune cautele per proteggere” gli arrestati “dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.

La Camera Penale di Roma ha annunciato che presenterà un esposto in procura.

Il video, ha detto Andrea Maestri di Possibile, è “davvero al di là di ogni umana decenza, sarà necessario presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere spiegazioni al Guardasigilli. Il ministro ha messo a repentaglio la sicurezza di agenti sotto copertura, ironia della sorte quelli che il Movimento 5 Stelle dice di voler adeguatamente tutelare”.

In generale, nella gestione dell’arresto e del rientro in Italia di Battisti il Governo è stato accusato di aver violato diverse norme [ecco quali]. A spiegarlo  in due post su Facebook è stata Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”.

L’associazione ha puntato il dito contro alcuni post del vicepremier Salvini e dello stesso ministro Bonafede, oltre alla diffusione sugli account social delle forze dell’ordine di immagini Battisti privato di libertà personale [Tutte le leggi violate dall’Italia nel rientro di Cesare Battisti].

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