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Nemmeno il tempo di un addio: bambini migranti costretti a lasciare i compagni di classe dopo il decreto Salvini

Due ragazzi armeni iscritti alle medie dell’Istituto Comprensivo Nichelino IV di Torino non potranno più tornare nella scuola che li ha accolti a fine settembre 2018

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 27 Feb. 2019 alle 10:16 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:48

“Non si possono trasferire così dei nuclei familiari: dopo qualche mese eravamo diventati il loro punto di riferimento, avevano iscritto per l’anno prossimo anche gli altri due fratellini, uno in prima elementare e il più piccolo all’asilo”.

Queste sono le parole di una preside di un istituto scolastico di Torino che parla al Corriere della Sera di un episodio simbolo delle prime conseguenze del decreto sicurezza, che inizia a mostrare i suoi effetti anche nei piccoli casi di vita quotidiana.

Leggi anche: Decreto immigrazione e sicurezza: tutti i dubbi sulla costituzionalità

Due ragazzi armeni iscritti alle medie dell’Istituto Comprensivo Nichelino IV di Torino non potranno più tornare nella scuola che li ha accolti a fine settembre 2018, al loro arrivo in Italia. Per la famiglia di richiedenti asilo, infatti, è stato disposto il trasferimento in un altro centro accoglienza distante dall’istituto scolastico.

La famiglia armena non è la sola ad aver lasciato Nichelino, altre 4 famiglie sono state trasferite. Da una parte il “decreto sicurezza” ha ridotto le tariffe a 21 euro, dall’altra i posti dei migranti devono essere ridistribuiti in base ai vincitori dei nuovi bandi prefettizi.

Si ricomincia tutto da capo. Integrazione, alfabetizzazione, mediazione: tutto da rifare in un’altra scuola.

“La famiglia aveva fatto tappa in Austria e sono arrivati da noi alla fine di settembre, li abbiamo subito inseriti in prima e terza media, nessuno dei due parlava italiano. Hanno iniziato un percorso di inserimento con i compagni e anche di alfabetizzazione, la scuola ha dedicato loro del tempo per insegnare la lingua con risorse interne”, racconta la preside al Corriere.

Entrambi i ragazzini si sono inseriti bene, hanno trovato classi e insegnanti accoglienti. Fino a giovedì scorso, il loro ultimo giorno a Nichelino. Non c’è stato nemmeno il tempo di dire addio ai compagni di classe poiché il trasferimento – da Nichelino a Riva di Chieri (a 25 km di distanza)– è stato disposto in tempi brevissimi per non far saltare giorni di scuola.

“Venerdì pomeriggio sono stata contattata dal nuovo centro di accoglienza di Riva di Chieri – ricorda la preside Cannavò – Aveva ricevuto la famiglia la sera prima e cercava un modo per avere il nulla osta in fretta, per non far perdere giorni di scuola a questi bambini”.

La ragazzina armena più piccola, che frequentava la prima media, ha telefonato ad una compagna avvertendola che non sarebbero più andati a scuola.

Con sorpresa di insegnanti e amici che erano all’oscuro di tutto, inizia un nuovo giorno di scuola per i due bambini che dovranno ricominciare da zero.

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