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Ivrea, attivisti schedati per aver esposto uno striscione per Regeni al comizio di Salvini

Matteo Salvini

Un gruppo di attivisti radicali e di Amnesty International sono stati identificati e schedati. Di recente il ministro dell'Interno aveva detto che è fondamentale avere buone relazioni con l'Egitto

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 16 Giu. 2018 alle 19:06

Un gruppo di attivisti radicali e di Amnesty International sono stati identificati e schedati per aver esposto uno striscione dedicato a Giulio Regeni durante un comizio tenuto a Ivrea dal ministro dell’Interno.

Matteo Salvini era in città per sostenere il  candidato del centrodestra Stefano Sertoli in corsa al ballottaggio per le elezioni comunali.

Gli attivisti hanno srotolato il manifesto vicino al luogo in cui si teneva il comizio e sono stati fermati dalla polizia che si occupa della sicurezza del ministro.

“La polizia non ci ha fatto avvicinare al palco  e abbiamo potuto esporre lo striscione solo in una zona molto lontana dal palco”, spiegano gli attivisti.

“Abbiamo anche chiesto, senza striscioni, di poterci avvicinare per parlare con i giornalisti, ma ci hanno fatto rimanere lì”.

“Sono stati fermati e schedati mentre manifestano con civiltà contro l’inciviltà di Salvini a pochi metri dal ministro. Bravi ragazzi. Sono orgoglioso di voi. Inseguiremo Salvini in ogni dove”, ha scritto su Facebook l’ex consigliere comunale di Torino, Silvio Viale.

Una delle attiviste appartenente ai Radicali ha raccontato quanto successo a Ivrea.

“Ci hanno fermati, fatto le foto, chiesto i documenti e schedati. Una ragazza con la maglietta di Amnesty con su scritto ‘Protect the human’ non è stata neppure fatta avvicinare e, quando ha chiesto spiegazioni, l’hanno minacciata di portarla via”.

La vicenda si inserisce nel contesto delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno sul caso Regeni.

Matteo Salvini, infatti, aveva dichiarato che, pur comprendendo la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni, intende ricostruire buoni rapporti con l’Egitto.

L’affermazione è stata fatta in una intervista concessa al quotidiano Corriere della Sera.

“Vogliamo ricostruire buoni rapporti con l’Egitto. Io comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, per l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un paese importante come l’Egitto”, ha detto Salvini nell’intervista al Corriere della Sera.

Le attuali posizioni di Matteo Salvini in merito all’omicidio del giovane ricercatore morto in circostante misteriose in Egitto sono cambiate.

Ad aprile del 2016, per esempio, il leader leghista aveva detto che l’Egitto stava prendendo in giro l’Italia e che il governo italiano non aveva mostrato sufficiente determinazione nell’approfondire la vicenda.

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