Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

L’astronauta italiano Paolo Nespoli è rientrato sulla terra

Credit: Maksim Blinov/Sputnik

Nespoli ha trascorso più di quattro mesi nello spazio per lavorare alla missione Vita dell'Agenzia spaziale italiana

Di Giuseppe Loris Ienco
Pubblicato il 14 Dic. 2017 alle 10:02 Aggiornato il 14 Dic. 2017 alle 10:07

Giovedì 14 dicembre l’astronauta italiano Paolo Nespoli è rientrato sulla terra. La navetta russa Soyuz che l’ha portato via dalla Stazione spaziale internazionale insieme allo statunitense Randy Bresnik e il russo Sergei Ryazansky è atterrata in Kazakistan poco prima delle ore 10 italiane.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Nespoli si trovava nello spazio da 139 giorni per lavorare alla missione dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) denominata “Vita” (Vitality, Innovation, Technology and Ability).

Nel corso della sua terza permanenza nello spazio, l’astronauta italiano ha compiuto diversi esperimenti scientifici ma è riuscito anche a trovare il tempo necessario per pubblicare sul suo account Twitter una serie di foto e video spettacolari.

Domenica 10 dicembre, nel corso dell’ultima inflight call con il ministro dell’Istruzione e della Ricerca Valeria Fedeli, Paolo Nespoli ha fatto un resoconto della sua esperienza in orbita: “Ormai sono rimasti solo un paio di giorni alla fine della missione e stiamo chiudendo le attività. D’altronde, la stazione non chiude con noi: è una casa laboratorio sempre attiva nonostante l’alternarsi degli astronauti”.

“È stato un piacere e un onore avere avuto la responsabilità di lavorare in un laboratorio così incredibile, nel quale ho rappresentato le agenzie spaziali italiana ed europea e ho potuto portare un pezzo di Italia nello spazio”, ha concluso il 60enne astronauta milanese.

Dopo l’atterraggio in Kazakistan, Nespoli si recherà negli Stati Uniti per la riabilitazione. Potrà rientrare in Italia solo nel febbraio 2018.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version