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“Prima gli italiani”, ma il numero 2 di Di Maio al Mise assume una donna cinese

Di Laura Melissari
Pubblicato il 4 Dic. 2018 alle 17:20

Il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, Michele Geraci, ha assunto come assistente una donna di nazionalità cinese, residente a Shanghai, che non parla italiano. Lingjia Chen ha 26 anni e ha un contratto da 36mila euro l’anno.

Secondo quanto riferisce l’inchiesta di Emiliano Fittipaldi su L’Espresso, Michele Geraci, numero due di Luigi Di Maio, l’avrebbe voluta a tutti i costi nel suo staff. La donna lavora per il ministero dello Sviluppo economico ma direttamente da Shanghai, all’Istituto per il commercio con l’estero, dove si occuperà proprio di export.

“Non parla l’italiano, ma solo mandarino e dialetto wu. Per molti non ha qualificazioni professionali tali da giustificare l’assunzione al Mise”, scrive l’Espresso citando fonti del Mise.

“Si presenta a tutti come assistente personale del Geraci, che ha le deleghe per il Commercio internazionale ed è a capo della cosidetta “Task Force Cina” voluta da lui e da Di Maio. Ma lui non l’ha piazzata nella Task Force, che comprende un elenco di centinaia di persone. La Chen lavora direttamente per lui: ha accesso all’agenda di Geraci e a tutti i dossier sensibili del governo curati dal sottosegretario. Una cosa che in genere viene fatto da personale italiano, soprattutto per motivi di sicurezza”, prosegue il settimanale.

Chen lavora da qualche mese anche per la sede di Pechino della Boston Consulting.

Dal suo curriculum su Linkedin emerge che si occupa delle “relazioni esterne dell’economista Michele Geraci”, direttore pure del Global Policy Institute, dall’ottobre del 2015. Da 3 anni quindi la donna cura i rapporti con i media, l’organizzazione di conferenze, Pr Events, e il coordinamento dei social media per conto del sottosegretario.

I rapporti professionali con Geraci non sono quindi nuovi. La donna segnala inoltre di essere membro importante di una ricerca energetica per gli investimenti dell’Eni in Cina e di aver curato in passato contatti tra l’istituto diretto da Geraci e il governo cinese per un documentario sulla società e l’economia della Cina.

Secondo quanto riferisce l’Espresso, sia i servizi di intelligence che la Corte dei Conti vogliono vederci più chiaro sull’assunzione della donna. Al Mise sono arrivati alcuni rilievi in merito al permesso di soggiorno, alla possibilità che l’incarico sia o meno riservato ai cittadini dell’Unione europea, e richieste per scongiurare conflitti di interesse, si legge sul settimanale.

Geraci ha vissuto in Cina per 10 anni, prima dell’incarico governativo, proposto direttamente da Matteo Salvini. In Cina collabora con alcune università ed è lì che ha conosciuto Chen, “rimanendone professionalmente folgorato”, come scrive Fittipaldi.

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