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Palermo, mistero sull’apparecchio spia accanto alla casa del presidente Mattarella

Credit: AFP PHOTO / Lehtikuva / Jussi Nukari

La procura del capoluogo siciliano sta indagando dopo la denuncia di un tecnico dell'Enel 20 giorni fa

Di Anna Ditta
Pubblicato il 17 Feb. 2019 alle 16:30 Aggiornato il 17 Feb. 2019 alle 16:31

È giallo intorno all’apparecchio-spia rinvenuto vicino la casa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palermo. La scoperta è avvenuta venti giorni fa, durante dei lavori di manutenzione eseguiti dall’Enel attorno all’edificio, fra via Libertà e via Pipitone Federico.

Un tecnico ha notato il sofisticato congegno, che si trovava dentro una cassetta collocata dentro lo spazio dell’Enel. L’apparecchio era predisposto per ricevere un segnale da una microspia, una telecamera o un computer, e poi trasmetterlo a distanza, come spiega Salvo Palazzolo di Repubblica in questo articolo.

Dopo la scoperta, è partita subito la denuncia alla polizia, che ha eseguito massicci controlli nella zona circostante e in alcuni appartamenti vicini, senza risultati. A coordinare l’indagine è il procuratore aggiunto Marzia Sabella, che guida il pool antiterrorismo.

Eseguita anche la bonifica del condominio dell’abitazione di Mattarella, dove gli esperti non hanno trovato alcuna microspia o telecamera abusiva. Accertamenti tecnici sono in corso sul dispositivo sequestrato.

Si tratta di un ripetitore con due piccole antenne, che era allacciato abusivamente all’elettricità e perfettamente funzionante. Questo apparecchio è in grado di ricevere il segnale da una distanza ravvicinata, e poi trasmetterlo lontano, su un’ altra frequenza radio.

Gli inquirenti vogliono capire che tipo di segnale raccoglieva quel dispositivo, quando è stato attivato e, soprattutto, chi era il destinatario a cui il segnale veniva rilanciato.

“Si è vagliata pure l’ipotesi che il ripetitore fosse stato sistemato nell’ambito di un’indagine di qualche forza di polizia, per intercettare un indagato”, si legge nell’articolo di Repubblica, “Ma nessun giudice ha autorizzato l’installazione, ed è stata esclusa anche questa ipotesi. Resta l’ambito più inquietante, lo spionaggio”.

La cassetta Enel si trova sotto un grande albero, all’inizio di via Pipitone Federico, una strada che si estende per 450 metri. Proprio in quel punto, per ragioni di sicurezza, c’è sempre una pattuglia della polizia.

Non è la prima volta che si verifica una stranezza vicino la casa di Mattarella. Nel 2016 dal condominio dove il presidente si reca talvolta a Palermo sono state rubate sei applique dell’impianto di illuminazione della scala. Anche in quell’occasione scattò l’allerta, ma alla fine nulla saltò fuori, e si ipotizzò che fosse il semplice gesto di un “buontempone”.

Il fratello dell’attuale presidente della Repubblica, Piersanti Mattarella, è stato ucciso da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980 in Via della Libertà, a Palermo, quando era presidente della Regione Sicilia.

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