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Chi è Anis Hannachi, l’ideatore degli attentati a Marsiglia che viveva in Italia

Il 25enne tunisino è stato arrestato a Ferrara. Aveva avuto un passato come foreign fighter in Siria ed è stato proprio lui a indottrinare il fratello per l'attentato a Marsiglia

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 10 Ott. 2017 alle 12:55 Aggiornato il 10 Ott. 2017 alle 20:27

Anis Hannachi è un tunisino di 25 anni e la sera di sabato 7 ottobre è stato fermato a Ferrara dagli agenti della Digos, che hanno eseguito un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi.

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Il nome del ragazzo non dice molto, ma il cognome lo collega immediatamente ad Ahmed Hannachi, l’attentatore di Marsiglia che il primo ottobre ha ucciso due ragazze di 17 e 20 anni alla stazione di Saint-Charles e che ha vissuto fino al 2004 ad Aprilia, in provincia di Latina.

Anis è il fratello di Ahmed Hannachi, il suo arresto è arrivato al termine di una complessa attività investigativa coordinata dal Servizio centrale per il contrasto al terrorismo esterno dell’Antiterrorismo con la collaborazione delle autorità francesi, sia a livello investigativo che giudiziario.

Secondo gli investigatori, il giovane aveva avuto un passato come foreign fighter in Siria – dopo essere già stato espulso dall’Italia nel 2014 per farvi poi ritorno clandestinamente – ed è stato proprio lui a indottrinare il fratello e a provocarne la radicalizzazione.

Quando gli agenti della Digos di Bologna e di Ferrara hanno compiuto il fermo, Anis non aveva con sé documenti e ha dichiarato di essere algerino presentandosi con un nome di fantasia. Ma le analisi delle impronte digitali hanno scoperto la sua vera identità.

Il 25enne aveva trovato rifugio da un connazionale, regolare in Italia. Dopo l’arresto, è stato messo a disposizione della procura generale presso la Corte d’appello di Bologna.

Per gli La famiglia Hannachi è composta da estremisti: un fratello è stato arrestato in Francia, un altro e una sorella in Tunisia, il quarto è rifugiato, probabilmente, in Svizzera.

Proprio in queste ore, la polizia svizzera ha fermato due tunisini che erano ricercati perché connessi all’attentato di Marsiglia, la cui identità ancora non è nota. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa Reuters che cita fonti vicine agli investigatori francesi che indagano sull’attacco.

I due arrestati sono stati fermati nella città di Chiasso, nei pressi del confine tra Italia e Svizzera. Uno dei due era oggetto di un mandato di cattura internazionale. Secondo quanto appreso da Reuters, uno dei due fermati è uno dei fratelli di Ahmed Hannachi. La polizia federale elvetica ha annunciato che i due saranno espulsi e riaccompagnati in Tunisia.

La storia

Anis arriva in Liguria il 27 ottobre scorso, con lui c’è anche il fratello Ahmed, che può muoversi liberamente tra la Francia e il nostro Paese grazie ai documenti italiani in tasca.

Ma come riporta il Corriere, in realtà la prima traccia concreta su di lui arriva il 4 ottobre, quando Anis attiva una scheda telefonica. Da quel momento è sempre stato tenuto sotto controllo dalla polizia, fino all’arresto.

Il 4 novembre Anis è a Ventimiglia, da dove poi raggiungerà prima Rimini e poi Ferrara. 

La sera del 30 settembre, quindi la notte di prima dell’attentato di Marsiglia, tra i due fratelli Hannachi ci sono stati diversi contatti.

Si tratta di messaggi per mettere a punto i dettagli dell’attentato: Anis era la “mente”, Ahmed l’esecutore. E quando quest’ultimo è stato ucciso dopo aver accoltellato a morte due cugine di 20 e 21 anni, Anis era già in fuga verso il nostro Paese.

Sui giorni trascorsi a Ventimiglia si stanno espandendo le ricerche per capire se i due fratelli avevano una base logistica in Liguria. E se sì, chi li ha aiutati?

Già ad agosto era emerso come la Liguria sia una delle regioni a maggior rischio per la presenza di gruppi fondamentalisti. Due cellule in particolare, divise tra Genova e il Ponente della regione: 11 persone in tutto, tra marocchini e tunisini, connazionali questi ultimi degli Hannachi.

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