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È vero che l’Italia cederà acque della Sardegna alla Francia come dice Giorgia Meloni?

In un post Facebook la leader di Fratelli d'Italia aveva accusato il governo italiano di non essere intervenuto per impedire l'entrata in vigore del Trattato di Caen, con il quale si sottrarrebbero tratti di mare a Sardegna e Liguria. Le cose però non stanno così

Di Laura Melissari
Pubblicato il 19 Mar. 2018 alle 14:25 Aggiornato il 19 Mar. 2018 alle 14:31

Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, ha scritto su Facebook che il prossimo 25 marzo, in assenza di un intervento del Governo italiano, entrerà in vigore il Trattato di Caen con il quale verranno sottratti al Mare di Sardegna e al Mar Ligure alcune zone molto pescose e il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato.

La storia però è falsa e ampiamente smentita, già in passato. Ecco come stanno le cose.

Meloni ha definito questa vicenda “scandalosa” e “intima il Governo in carica ad agire immediatamente per interrompere la procedura unilaterale di ratifica attivata dalla Francia presso Bruxelles, che in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure i tratti di mare in questione alla Francia arrecando un gravissimo danno ai nostri interessi nazionali”.

Meloni ha inoltre aggiunto di aver presentato un esposto alla Procura di Roma contro Paolo Gentiloni accusandolo dei reati di ostilità e infedeltà contro lo Stato italiano (articoli 243 e 264 del codice penale) “su storia dai contorni torbidi”.

“Fratelli d’Italia non permetterà a un Governo delegittimato dal voto popolare di regalare a una nazione straniera una parte delle nostre acque territoriali”, conclude Meloni.

La replica della Farnesina

La risposta del ministero degli Esteri arriva dopo quale ora dal post di Giorgia Meloni, definendo le dichiarazioni “di alcuni esponenti politici” come “prive di ogni fondamento”.

L’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici, spiega la Farnesina.

“I confini marittimi con la Francia sono pertanto immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli”. E allora cosa c’entra la data del 25 marzo citata da Giorgia Meloni?

Come informa l’ambasciata di Francia a Roma, qualla data riguarda semplicemente “una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico” sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non è volta in alcun modo a “modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo”.

L’ambasciata riconosce che “le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)” e aggiunge che “esse saranno corrette al più presto possibile”.

La notizia era già stata diffusa il 16 marzo da Primato Nazionale, il quotidiano di CasaPound.

Recentemente la leader di Fratelli di Italia era stata al centro delle cronache per un’altra polemica, fortemente cavalcata sui social network. All’inizio di febbraio aveva organizzato una breve protesta all’esterno del Museo Egizio di Torino per contestare un’iniziativa di marketing promossa dall’istituto e definita dall’esponente di destra come “razzista nei confronti degli italiani”.

Che cos’è l’accordo di Caen

La stessa Farnesina nel 2016, sempre in occasione di altre accuse di “voler cedere acque italiane alla Francia”, era intervenuta spiegando che l’Accordo di Caen è stato firmato il 21 marzo 2015, dopo un lungo negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, “per far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS)”. “Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore”, si diceva nel 2016, e anche oggi è così.

Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’Accordo, nel corso dei negoziati l’Italia ha ottenuto di mantenere immutata la “definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS”.

L’accordo in questione, come più volte ribadito dal ministero degli  Esteri, “non solo non “cede” nulla, ma anzi per la prima volta, fissando in modo chiaro le aree di competenza tra Italia e Francia potrà dare concreta attuazione all’obiettivo di proteggere i mari italiani anche oltre le 12 miglia dalla costa, che costituisce attualmente il limite del mare territoriale”. Si tratta quindi di un accordo per fissare i limiti delle acque di competenza di Italia da una parte e Francia dall’altra, ma comunque mai ratificato dal Parlamento.

Nonostante siano anni che viene smentita la notizia di una entrata in vigore automatica del trattato, Giorgia Meloni oggi, 19 marzo 2018, scrive: “Dopo le denunce e l’esposto presentato da Fratelli d’Italia in Procura, il Governo Gentiloni è stato costretto a smentire ufficialmente che il trattato di Caen preveda la cessione di acque territoriali italiane alla Francia. La mobilitazione va avanti e Fratelli d’Italia continuerà a vigilare sull’integrità dei nostri confini marittimi: raccoglieremo in un’interrogazione parlamentare le tante domande inevase su questa vicenda e chiederemo che il nuovo Parlamento si esprima sui contenuti di questo trattato. Per noi questo accordo è carta straccia e non deve essere ratificato”.

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