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    Milano Animal e Climate Save: “Il Covid-19 si lega ad allevamenti e crisi ecologica”

    Due dei cartelloni esposti durante la manifestazione in Piazza Duomo a Milano

    La manifestazione di protesta degli attivisti in Piazza Duomo per spiegare che "uccidere gli animali ci sta uccidendo". La pandemia è strettamente connessa a un "sistema alimentare non più sostenibile"

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 29 Nov. 2020 alle 20:39 Aggiornato il 30 Nov. 2020 alle 12:02

    Gli attivisti di Milano Animal Save e Milano Climate Save hanno tenuto un sit-in scenografico in Piazza Duomo con cartelli e tute anticontaminazione per evidenziare le correlazioni che ci sono tra il diffondersi delle pandemie, l’industria zootecnica, gli allevamenti di pellicce, la crisi ecologica e climatica. “Killing animals is killing us”, ovvero uccidere gli animali ci sta uccidendo, è stato uno degli slogan della manifestazione: benché l’origine della pandemia del Covid-19 sia tuttora incerta, gli studiosi sono concordi nell’individuare il contatto con specie animali selvatiche come grave fattore di rischio per la diffusione di zoonosi, ovvero malattie trasmesse dagli altri animali.

    “Mentre siamo tutti preoccupati per il Coronavirus, quasi nessuno mette in evidenza il fatto che il nostro attuale sistema alimentare non sia sostenibile. Malattie come Covid-19, SARS e influenza suina derivano tutte dalla pratica di allevare animali, costringendoli a condizioni di vita completamente innaturali e poi uccidendoli per il consumo umano”, spiegano gli attivisti.

    Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, “circa il 75 per cento delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi dieci anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale”.

    17 milioni di visoni sono stati condannati all’abbattimento e gettati in gigantesche fosse comuni in Danimarca nel disperato tentativo di eradicare il ceppo mutato del Coronavirus. Centinaia di visoni sono stati abbattuti negli scorsi mesi anche in Olanda e Italia a seguito di focolai di Covid-19. In Italia sono i 8 Comuni in cui, ancora oggi, sono attivi gli ultimi allevamenti di visoni ed è importante essere consapevoli delle problematiche etiche e sanitarie che comportano queste strutture.

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