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Coronavirus: il Comune di Milano requisisce l’Hotel Michelangelo

L'albergo, in zona Stazione Centrale, ha 300 camere, che verranno utilizzate per ospitare positivi con sintomi lievi, persone in quarantena che possono contagiare i familiari, e i tanti lavoratori a rischio

Di Lorenzo Zacchetti
Pubblicato il 22 Mar. 2020 alle 11:51

Coronavirus: il Comune di Milano requisisce l’Hotel Michelangelo

Il Comune di Milano requisisce l’Hotel Michelangelo, in zona Stazione Centrale, per ospitare nelle sue 300 camere diverse tipologie di persone: positivi con sintomi lievi, persone in quarantena che possono contagiare i familiari, e i tanti lavoratori esposti a rischio.

“La requisizione è stata condivisa con la proprietà che è guidata da persona con spiccata sensibilità sociale e che ringrazierò sempre”, spiega Pierfrancesco Maran (Assessore all’Urbanistica). “L’Hotel ha 300 camere ed è al centro di un sistema di decine di hotel che potrebbero essere altresì requisiti per ampliare i servizi nel caso, come pensiamo, la capienza sia purtroppo insufficiente”.

“In Comune stiamo lavorando da giorni su un terreno che non è il nostro ma, ascoltando esperti come il Prof. Galli, indispensabile. Non bastano gli ospedali per il coronavirus, in Lombardia serve una rete di territorio per i positivi con sintomi lievi, per le persone in quarantena che possono contagiare i familiari, per i tanti lavoratori esposti a rischi. Se guardiamo i dati i veri focolai sono purtroppo gli ospedali stessi e i contesti familiari, è lì la frontiera dell’emergenza, è lì dove oggi siamo più deboli in Lombardia”, continua Maran.

“Per questo abbiamo presentato alle autorità (Prefetto, Regione, ATS) un progetto dettagliato. Questo non è il tempo in cui ognuno si limita alla sua parte, tutti dobbiamo fare tutto quello che possiamo fare perché prima vengono le persone”.

“Il progetto presentato ha un modello di gestione che consente di partire già nella settimana entrante. La struttura garantisce condizioni di isolamento per persone in quarantena con sintomi lievi e deve avere un programma medico evidentemente da approvare da parte delle autorità sanitarie. Vogliamo che sia la prima struttura di questo tipo, insieme ad Anna Scavuzzo (Assessora alla Sicurezza, ndr) e Gabriele Rabaiotti (Assessore alle Politiche Sociali, ndr) e tanti lavoratori del Comune siamo in campo senza sosta per ampliare rapidamente la rete di servizi sul territorio”.

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