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Sea Watch, la procura di Catania apre un’inchiesta contro ignoti. Zuccaro: “No risultanze contro l’ong”

Tre dei 47 migranti salvati dalla Sea Watch 3 il 19 gennaio 2019. Credit: FEDERICO SCOPPA / AFP

Le indagini sono "finalizzate ad individuare i trafficanti libici e gli scafisti"

Di Anna Ditta
Pubblicato il 2 Feb. 2019 alle 10:12 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:25

La procura di Catania ha avviato un’inchiesta contro ignoti sullo sbarco di 47 migranti della Sea Watch. Il fascicolo ipotizza l’associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina, ma il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che in passato ha avviato alcune controverse inchieste contro le ong, sostiene che dalle risultanze investigative sul soccorso in mare non è emerso alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili della nave della Sea Watch.

La nave Sea Watch 3, che sabato 19 gennaio 2019 ha tratto in salvo 47 persone,  è arrivata al porto di Catania la mattina del 31 gennaio.

Le indagini sulla vicenda sono state affidate allo Sco della polizia di Roma, alla squadra mobile della Questura e alla guardia di finanza di Catania. Sono “finalizzate ad individuare i trafficanti libici e gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla Sea Watch 3 ed accertare la liceità della condotta tenuta dai responsabili” della nave della Ong.

Su quest’ultimo punto, le attenzioni degli investigatori si sono concentrate su quelli che vengono definiti “alcuni aspetti critici ritenuti meritevoli di approfondimento”, costituiti da “un lato dalla scelta della motonave di non dirigersi verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste”, dall’altro dalle dichiarazioni rese dal comandante della motonave e dal coordinatore del team sul “non funzionamento del motore e la mancanza di una persona che fosse alla guida del gommone, dichiarazioni che apparivano contraddette da quelle rese da alcuni migranti che hanno invece asserito che il motore del gommone era funzionante al momento del soccorso e che il natante era guidato da uno di loro”.

A tal proposito, il procuratore Zuccaro ha aggiunto che “la situazione di ‘distress’ giustificava il soccorso da parte di Sea Watch 3” che “era dovuta, oltre che alla palese inidoneità tecnica del gommone ad affrontare la traversata, alla circostanza, confermata dai migranti escussi, circa il progressivo sgonfiamento dei tubolari del gommone, da cui tutti sentivano fuoriuscire dell’aria, sgonfiamento che avrebbe inesorabilmente portato all’affondamento del natante”.

Inoltre, spiega il procuratore di Catania “la questione avrebbe rilevanza se la motonave si fosse affrettata a intervenire per anticipare l’intervento di una motovedetta delle autorità libiche, responsabili dell’Area Sar in cui stava operando, ma per ben due giorni nessuna motovedetta libica è intervenuta in quella zona”.

“Dalle risultanze investigative – conclude quindi il procuratore Zuccaro – non è emerso, pertanto, alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili della Sea Watch 3”.

Qui abbiamo spiegato perché il piano del governo per fermare le ong è contro la legge.
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