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Migranti, le intercettazioni dell’ex prefetto di Padova: “È vero, ne abbiamo fatte di porcherie”

Di Anna Ditta
Pubblicato il 31 Ago. 2018 alle 16:51 Aggiornato il 31 Ago. 2018 alle 17:05

“È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare”. Secondo i testi le intercettazioni pubblicati oggi, 31 agosto, da Il Mattino di Padova, l’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa, attualmente vice capo di gabinetto al Ministero dell’Interno, avrebbe pronunciato queste parole il 14 aprile 2017 in una conversazione con l’allora vice prefetto vicario di Padova, Pasquale Aversa, che si occupava dell’accoglienza dei migranti. prefetto padova Patrizia Impresa

Il dialogo è stato intercettato dai carabinieri di Padova nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza in Veneto, una vicenda in cui l’ex prefetto non risulta indagata.

L’inchiesta riguarda, in particolare, la cooperativa Ecofficina Educational poi Edeco che si occupava dell’accoglienza ai migranti e grazie a questo business ha visto aumentare il proprio fatturato dal 2014 ad oggi.

Questa cooperativa gestisce, tra gli altri, i centri di permanenza temporanea di Bagnoli e Cona, dove nel 2017 è scoppiata una rivolta a causa della morte di una giovane ivoriana.

In una intercettazione, la coop rimarca ai funzionari prefettizi la necessità di “far quadrare i conti”.

Per la vicenda sono indagati Aversa e la funzionaria della Prefettura Tiziana Quintario, insieme ai capi della Edeco, Simone Borile, Sara Felpatti e Gaetano Battocchio.

Una precedente conversazione tra Impresa e Aversa, riferita ad un problema di sovraffollamento del centro di San Siro di Bagnoli a ottobre 2016 e alle pressioni da Roma per alleggerirlo di alcune decine di unità, la funzionaria avrebbe detto ad Aversa: “anche se dobbiamo fare schifezze Pasquà… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare Pasquà… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che…”.

Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Il governo di centrosinistra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un Comune all’altro – come nel gioco delle tre carte – per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd”, ha detto Salvini.

“È il quadro vergognoso che emerge dall’inchiesta di Padova. Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?”.

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