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Sea Watch, Matteo Orfini (Pd): ” Io e Martina indagati per essere saliti sulla nave”

Di Daniele Nalbone
Pubblicato il 28 Gen. 2019 alle 19:58 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:26

Una delegazione di parlamentari del Pd è arrivata a bordo della Sea Watch. Il prefetto di Siracusa ha rilasciato il permesso dopo una riunione. La staffetta democratica del Pd era stata bloccata dopo l’ordinanza che vietava la navigazione nel tratto di mare intorno alla nave della Ong tedesca con a bordo 47 migranti.

Tra i parlamentari a bordo vi sono Maurizio Martina, Matteo Orfini e Davide Faraone, giunti alla Sea Watch su una imbarcazione privata.

“Sono persone da troppo tempo ostaggio di una condizione per noi incredibile. Un Paese serio come l’Italia merita di gestire queste situazioni in altro modo. Bisogna dare una mano a rendere chiara questa situazione. Dobbiamo provare a verificare insieme le condizioni di queste persone e chiedere con forza al governo di non voltarsi dall’altra parte. Non si può gestire questa vicenda come il terzo tempo di una campagna elettorale. Confermo che non c’è nessun decreto di chiusura dei porti italiani”, ha detto Maurizio Martina.

Orfini e Martina sarebbero però indagati per essere saliti sulla nave, come si legge su Twitter:

“Il comandante non ha commesso alcun reato”: la valutazione del procuratore sul caso Sea Watch

Sul caso della nave Sea Watch 3 ancora ferma al largo di Siracusa sta indagando la Procura di Siracusa e il 28 gennaio 2019 è arrivata la prima valutazione del procuratore, Fabio Scavone, sull’operato del comandante della nave.

“Il comandante non ha commesso alcun reato, ha scelto la rotta per lui più sicura”, è stata la prima valutazione del magistrato.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha sporto denuncia contro il comandante per aver violato le leggi ed essersi diretto verso l’Italia, anziché verso la Tunisia, per sfuggire ad una tempesta che si stava avvicinando.

I parlamentari che stanno salendo a bordo di Sea Watch 3 non stanno infrangendo la legge

I parlamentari a bordo di Sea Watch 3 non stanno infrangendo la legge, come invece ha sostenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il quale i tre deputati che hanno fatto visita ai migranti “non hanno rispettato le norme igienico-sanitarie, sono andati a bordo e possono portare a terra di tutto” .

Ma le cose non stanno affatto così. Il primo a spiegarlo è stato il senatore ex M5s Gregorio De Falco, in questo caso nelle vesti però di ex ufficiale della Marina Militare: “Non c’è stata alcuna violazione di legge da parte dei parlamentari e della responsabile di Sea Watch, tant’è che la Guardia costiera non lo ha impedito. Il ministro degli Interni farebbe bene a restare agli Interni” ha spiegato.

Poi ha rincarato la dose: “Salvini non ha competenze in queste materie e farebbe bene ad astenersi dall’intervenire”, ha aggiunto il comandante. “Si tratta di una nave comunitaria, non esiste alcun divieto violato, esiste solo una mancata autorizzazione a sbarcare”.

I tre parlamentari che sono saliti sulla Sea Watch3 nella giornata di domenica – Nicola Fratoianni, Riccardo Magi e Stefania Prestigiacomo – hanno quindi esercitato il “diritto di ispezione” costituzionalmente protetto, che gli deriva dal loro status istituzionale.

È invece Salvini a non avere alcuna competenza sui porti ed in mare, in quanto la competenza sarebbe del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture (Danilo Toninelli).

Che i tre parlamentari abbiano agito in forza della legge e della Costituzione lo ha affermato anche la vicepresidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna: “Dispiace che il ministro Salvini accusi tre parlamentari di aver violato la legge, dimenticando che le prerogative ispettive dei parlamentari sono dovere ed obbligo a difesa dello Stato e dei cittadini che essi rappresentano. Può piacere o no, ma non esiste una legge che dichiara illegittimo ciò che è sgradito a chi governa”.

Quindi, come Fratoianni, Magi e Prestigiacomo, anche i parlamentari del Partito democratico che hanno annunciato una “staffetta a bordo” di Sea Watch – nell’ordine Davide Faraone, Maurizio Martina, Carmelo Miceli, Matteo Orfini, Fausto Raciti, Valeria Sudano e Francesco Verducci – non violerebbero nessuna legge.

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