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“Eravamo tutti ammassati nella stiva, gli scafisti sono scappati su un gommone”: i verbali del naufragio di Cutro

Di Marco Nepi
Pubblicato il 28 Feb. 2023 alle 13:29 Aggiornato il 28 Feb. 2023 alle 13:30

Dai verbali delle autorità intervenute per salvare i migranti caduti in acqua al largo di Steccato di Cutro, in un naufragio che è arrivato oggi a contare 64 vittime, emergono dettagli sconvolgenti sulle condizioni di viaggio del gruppo partito dalle coste della Turchia.

Grazie alle testimonianze dei superstiti è stato possibile individuare tre presunti scafisti, che si sono addentrati nel Mediterraneo in condizioni proibitive pur di intascare i circa ottomila euro a migrante richiesti per la traversata.

Un siriano ha raccontato ai carabinieri: “Ho lasciato il mio Paese nel 2015 per raggiungere la Turchia dove ho vissuto per otto anni. Tramite Facebook ho contattato tale Abo Naser, palestinese conosciuto tramite un amico il quale ha organizzato questo viaggio. Dopo alcune ore la barca ha avuto una avaria ed il personale e l’equipaggio ha fatto arrivare una seconda imbarcazione sulla quale siamo risaliti”.

L’uomo ha anche descritto uno degli scafisti, arrestato ieri: “La seconda imbarcazione è arrivata con quattro persone a bordo ed era guidata da un turco e da un siriano. Ricordo che il siriano era di corporatura robusta ed era anche un meccanico. Poi c’era anche un altro turco che aveva un tatuaggio sullo zigomo destra che non guidava ma dava ordini a tutta l’imbarcazione. Mi è sembrato una sorta di capo perché dava gli ordini agli altri. Poi c’erano due pakistani, uno che era quello che ha gestito lo spostamento da Izmir alla prima barca”.

Un’altra testimonianza racconta gli istanti prima del ribaltamento: “Circa quattro ore prima dell’urto della barca è sceso nella stiva uno dei due pakistani e ci ha detto che dopo tre ore saremmo arrivati a destinazione. Lui si è ripresentato un’ora prima dello schianto dicendoci di prendere i bagagli e prepararci a scendere che eravamo quasi arrivati. All’improvviso il motore ha iniziato a fare fumo, c’era tanto fumo e puzza di olio bruciato. La gente nella stiva iniziava a soffocare e a salire su. Ho fatto in tempo ad afferrare mio nipote e a salire in coperta dopo di che la barca si è spezzata e l’acqua ha iniziato a entrare. Quando sono salito senza più riscendere sotto c’erano circa 120 persone tra donne e bambini”.

A quel punto gli scafisti sono scappati: “Ho visto che il siriano e due turchi hanno gonfiato un gommone e sono scappati. Non ho visto cosa ha fatto il turco con il tatuaggio sullo zigomo perché ho pensato di mettere in salvo mio nipote”.

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