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    Strage di Cutro, la Guardia di Finanza sapeva che sulla barca c’erano migranti in difficoltà

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 20 Mar. 2023 alle 13:49

    Strage di Cutro, la Guardia di Finanza sapeva che sulla barca c’erano migranti in difficoltà

    Emergono nuovi dettagli dall’indagine sulla strage di Cutro. Un appunto della guardia di finanza dimostrerebbe che già la sera di sabato 25 febbraio le autorità erano a conoscenza della presenza di migranti sulla barca che si sarebbe poi schiantata a poche centinaia di metri dalla costa.

    Una novità, riportata da La Repubblica, che smentirebbe la versione ribadita dal ministro Piantedosi. Secondo il titolare del Viminale, non era evidente “una situazione di pericolo” dalla prima segnalazione di Frontex.

    “Si comunica avvistamento Eagle 1 di natante con migranti”, riporta invece l’appunto fatto a penna dall’ufficiale di turno della guardia di finanza alle 23.20 di sabato sera, dopo aver ricevuto il dispaccio di Frontex. Un’intepretazione corretta della segnalazione, sparita però dall’annotazione di polizia giudiziaria redatta dopo la tragedia. La nota arrivata a Roma dall’agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne parlava di una persona avvistata sul ponte e della probabile presenza di diverse persone sottocoperta.

    Come noto, alla segnalazione non seguì un intervento Search and Rescue (Sar) ma l’operazione fu classificata come di ordine pubblico. La sala operativa della guardia di finanza dispose prima l’uscita della motovedetta V5006 e poi del pattugliatore Barbarisi. Secondo la relazione della guardia di finanza, l’ordine alla vedetta 5006 fu di effettuare “pendolamenti in zona Capo Colonne in attesa che il target entri nelle acque nazionali”. In attesa che la barca entrasse in acque territoriali, la vedetta andò a fare gasolio. “Contattata Capitaneria di porto di Reggio Calabria, riferisce di essere a conoscenza del natante. Attualmente non hanno predisposto alcuna imbarcazione, in caso di necessità faranno uscire unità di Crotone”, riporta ancora la relazione.

    La guardia costiera non decise di uscire neanche quattro ore dopo, quando i mezzi della guardia di finanza scelsero di rientrare per le condizioni meteorologiche, anche se con il mare a forza 4 in passato erano già state portate a termine molte operazioni di salvataggio. La guardia di finanza scelse di ricontattare la guardia costiera che alle 3.20 rispondeva così: “La Capitaneria di porto di Reggio Calabria, alla richiesta se avevano unità pronte a muovere, comunicava che non avendo ricevuto richiesta di soccorso e non avendo certezza della presenza di migranti a bordo e che l’imbarcazione sta navigando regolarmente, non hanno predisposto uscita di unità navale”.

    Meno di mezz’ora dopo, la barca si sarebbe schiantata di fronte alla spiaggia di Cutro. Finora sono 86 le vittime accertate e 15 le persone ancora disperse

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