Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Gossip

La storia di Steve Buscemi durante l’11 settembre

Steve Buscemi in una foto di quando da giovane lavorava come vigile del fuoco

L'attore italo-americano aveva in passato lavorato come vigile del fuoco e dopo gli attentati dell'11 settembre dette una mano ai suoi ex colleghi come volontario

Di Stefano Mentana
Pubblicato il 12 Set. 2017 alle 12:48 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:43

Steve Buscemi è un celebre attore statunitense di origine italiana, noto per essere emerso come caratterista a causa del suo volto particolare, interpretando spesso ruoli di nevrotico, di psicopatico o di criminale.

Oltre alla sua carriera da attore – recitando in film come Fargo, Il grande Lebowski e Le Iene, tra gli altri – in passato Buscemi ha anche svolto il lavoro di vigile del fuoco.

E c’è un particolare interessante circa la sua storia che riguarda l’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre, il cui sedicesimo anniversario è stato commemorato ieri.

Era il 1980. Buscemi, appena 23enne, aveva da poco lasciato la sua cittadina a Long Island per raggiungere Manhattan.

Dopo aver iniziato a muovere i primi passi nel mondo della recitazione, si arruolò come vigile del fuoco, lavoro che continuerà a svolgere fino al 1984, anno in cui inizierà a dedicarsi completamente alla recitazione.

L’11 settembre del 2001, quattro aerei vennero dirottati e due di questi si schiantarono contro le Torri Gemelle, nel cuore di New York, causandone il crollo e uccidendo quasi 3mila persone.

Il mondo rimase sconvolto, in particolare New York. Per cercare di mettere in salvo più persone possibili e di intervenire nelle aree colpite, tutti i pompieri della città dovettero essere impegnati per turni particolarmente lunghi, e a loro si aggiunsero numerosi volontari qualificati.

Il 12 settembre, il giorno dopo la tragedia, Steve Buscemi come ex vigile del fuoco volle dare una mano come volontario ai suoi ex colleghi. Per una settimana l’attore lavorò per 12 ore al giorno cercando i dispersi nel crollo delle due torri.

Buscemi non fece proclami né si fece pubblicità quando andò ad aiutare i vigili del fuoco di New York: lo fece con tono discreto e sommesso, e fino a oggi non ha mai rilasciato interviste riguardo il suo lavoro nei giorni dopo gli attentati dell’11 settembre.

Questo fatto è avvenuto non solo per una questione di signorilità, ma anche per la dedizione con cui l’attore è sempre rimasto legato ai vigili del fuoco di New York, che ha continuato a sostenere pubblicamente nel corso degli anni.

Nel 2003, ad esempio, fu arrestato insieme ad altre 11 persone mentre protestava contro la chiusura di alcune caserme dei vigili del fuoco, tra cui la Engine 55 di Little Italy, dove prestò servizio tra il 1980 e il 1984.

A ricordare pubblicamente il suo lavoro come vigile del fuoco e come volontario nei giorni successivi all’attentato alle Torri Gemelle è stata la pagina Facebook Brotherhood of Fire, composta da vigili del fuoco in servizio e non, che nel 2013 gli ha dedicato un appassionato elogio:

“Riconoscete quest’uomo? Conoscete il suo nome? Numerose persone sanno che è un attore e che il suo nome è Steve Buscemi. Ma pochi sanno che è stato uno dei New York’s Bravest (nome con cui sono conosciuti i pompieri di New York).

“Nel 1976 Buscemi ha preso parte in prova al NYFD (i pompieri di New York) come servizio civile. Nel 1980 è diventato un vigile del fuoco di New York. Per quattro anni Buscemi è stato in servizio nell’attivissima caserma Engine 55 a Little Italy, Manhattan. Ha successivamente lasciato i vigili del fuoco per diventare un attore, sceneggiatore e regista di successo.

“Dopo l’11 settembre 2001 il nostro fratello Buscemi è tornato in servizio presso la Engine 55. Dal 12 settembre, per diversi giorni il nostro fratello Steve ha lavorato per turni di 12 ore al fianco degli altri vigili del fuoco scavando tra le macerie in cerca di sopravvissuti.

“Esistono poche fotografie riguardo questo episodio, e Steve non ha rilasciato nessuna intervista, rifiutandole ogni volta. Non era lì per farsi pubblicità”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version