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Perché il rapporto con il migliore amico delle medie può influenzare il resto della nostra vita

Non tutte le amicizie coltivate durante l'adolescenza, per quanto strette e intense, durano fino all'età adulta. Tuttavia l'eredità di quei legami, e del modo in cui li abbiamo vissuti, è fondamentale per definire chi saremo

Di Laura Melissari
Pubblicato il 8 Nov. 2017 alle 19:20 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:38

La relazione con la migliore amica o il migliore amico dell’adolescenza è una cosa capace di segnarci a vita.

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L’impatto delle relazioni costruite da bambini o da ragazzi è ben noto e spesso influenza la maniera in cui si instaurano le relazioni da adulti.

“Le relazioni precedenti portano ad un ‘modello di lavoro interno’ o a uno ‘schema relazionale’ che influenza il modo in cui gli adolescenti navigano e sperimentano i rapporti futuri”, spiega Amy Bellmore, professoressa di psicologia dell’Università del Wisconsin-Madison.

Negli anni delle scuole medie, le ragazze tendono a creare amicizie “di coppia”, intense ed esclusive, mentre i ragazzi hanno maggiori probabilità di instaurare amicizie di gruppo.

È durante la pubertà che le relazioni si fanno emotivamente più intime, soprattutto per le femmine. “Le ragazze hanno maggiori probabilità di raccontare le loro emozioni alle amiche piuttosto che ai genitori. Si fidano e si affidano le une alle altre”, spiega Mitch Prinstein, psicologo dell’Università della North Carolina.

A undici e dodici anni i ragazzi sono in grado di avere un’intimità più matura rispetto ai bambini più piccoli e allo stesso tempo non hanno sperimentato i tradimenti, le delusioni, le liti che rendono gli adulti più cauti nelle relazioni di amicizia e di amore.

La loro identità si sta ancora formando, i loro confini sono fluidi, tanto farli arrivare a immedesimarsi, e a fare propri, gli hobby, le preferenze e addirittura la personalità del loro migliore amico.

Una parte dell’intensità di queste amicizie è situazionale: la capacità crescente di provare empatia e complicità coincide con la maggiore libertà e le nuove opportunità che si vivono in quella particolare età.

Negli anni delle scuole medie i ragazzi possono finalmente scegliere autonomamente i loro amici, basando la scelta su criteri più significativi di quelli che venivano utilizzati da bambini, quando era più probabile che si instaurasse un’amicizia con i vicini di casa, con i compagni di banco o con i figli degli amici dei genitori.

“L’amicizia è particolarmente importante durante la scuola media perché la supervisione degli adulti inizia a declinare”, afferma Brett Laursen, professore di psicologia che si è occupato di studi sulla longevità delle amicizie scolastiche.

La transizione che si vive negli anni della scuola media può essere turbolenta. “I ragazzi hanno bisogno di aiuto per navigare in questo mondo nuovo di zecca”, prosegue Laursen.

“Quando si è piccoli e si va al museo, il tuo insegnante ti dice di stare accanto a quel compagno che ti è stato assegnato. Durante l’adolescenza nessuno ti assegna un amico, ma vuoi comunque avere vicino qualcuno”.

C’è spesso qualcosa di appassionato, di proto-romantico, nelle relazioni con i migliori amici in questa fase della vita.

Harry Stack Sullivan, uno psichiatra del ventesimo secolo, sosteneva che le amicizie con ragazzi del proprio stesso sesso, create negli anni della pubertà, sono una sorta di pratica per la successiva vita sessuale o sentimentale. Secondo Sullivan, un cambiamento avviene tra gli 8 e i 10 anni, quando si iniziano a formare relazioni emotivamente più intense e si inizia a tenere conto dei bisogni e dei desideri dei propri amici.

Invece di concentrarsi esclusivamente su cosa devono fare per ottenere quello che vogliono, gli adolescenti iniziano a pensare a come contribuire alla felicità e alla soddisfazione dei propri amici. È in questa età che iniziano ad avere una nuova percezione di se stessi, pensando a come i propri amici se li raffigurano, guardandosi attraverso i loro occhi.

“Il modello per i nostri comportamenti nelle relazioni sentimentali sembra essere influenzato dal tipo di amicizia che abbiamo avuto durante l’adolescenza e dalle cose che ci sono capitate in quel periodo”, dice ancora Prinstein. “Le persone che avevano difficoltà in amicizia potrebbero avere problemi, crescendo, nello stabilire rapporti duraturi. Le nostre relazioni con i coetanei sono le più importanti nell’adolescenza, e avranno un potere speciale negli anni successivi”, prosegue.

Non tutte le amicizie coltivate durante l’adolescenza, per quanto strette e intense, durano fino all’età adulta. Ci sono tanti fattori che crescendo si impongono sulle relazioni, provocandone la rottura o il raffreddamento. Tuttavia, l’eredità di quei legami, e del modo in cui li abbiamo vissuti, resta fondamentale.

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