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“Mi hanno fatto nascere senza il mio consenso”: figlio vuole portare in tribunale i genitori

Raphael Samuel

Il giovane ha abbracciato la causa degli "antinatalisti", che ritengono che i genitori non hanno il diritto di far nascere i figli senza il loro consenso

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 6 Feb. 2019 alle 17:22 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:29

“Non hanno chiesto il mio consenso quando mi hanno fatto nascere e hanno anteposto la loro felicità ai miei diritti”. Questa la denuncia di un ragazzo indiano di 27, che ha minacciato di portare i genitori in tribunale.

Protagonista dell’assurda vicenda giudiziaria è Raphael Samuel, giovane avvocato e attivista che ha fatto sua la causa degli “antinatalisti”, che ritengono che i genitori non hanno il diritto di far nascere i figli senza il loro consenso.

“Voglio dire a tutti i bambini indiani che non devono nulla ai loro genitori. Anzi, ogni bambino deve sapere perché i genitori lo hanno voluto, è un suo diritto perché i bambini non devono essere messi al mondo per forza”, spiega Raphael Samuel.

Leggendo questa notizia si potrebbe pensare che il ragazzo non sia in buoni rapporti con i propri genitori, ma non è così. “Li amo, ma so che mi hanno messo al mondo per la loro felicità. La mia vita è fantastica, ma non vedo perché dovrei dare la vita a qualcuno costringendolo a farsi un’istruzione, a cercare un lavoro e a pagare le tasse, senza che mi sia stato dato un permesso dal diretto interessato”.

La tesi degli “antinatalisti” è sempre più popolare in India e si basa sul presupposto che nel paese “in molti casi, ci sono figli di ragazzi giovani che volevano solo passare una notte piacevole insieme. Fare un figlio deve essere una scelta consapevole, non sono i figli a dovere qualcosa ai genitori, ma il contrario, perché sono stati messi al mondo per portare ai genitori, e non a se stessi, gioia e felicità”, spiega ancora Raphael Samuel.

“Un figlio dovrebbe essere grato ai genitori solo se questi lo crescono con gentilezza, incoraggiando le sue aspirazioni e garantendogli la libertà”.

Il messaggi degli “antinatalisti” sta riscuotendo un certo successo anche fuori dall’India, grazie anche alla disponibilità di informazioni in rete.

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