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Perché alcune persone sono sempre in ritardo?

Alcuni esperti spiegano cosa c'è dietro il ritardo cronico di alcune persone

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 29 Dic. 2017 alle 12:33 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:32

Avete presente quegli amici che vi lasciano ad aspettare in macchina, sotto al portone e magari al gelo per 30, 40, 50 minuti?

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Riuscite a figurarvi il collega che vi assicura che rispetterà la scadenza per consegnarvi i documenti che vi occorrono e puntualmente rimanda la deadline? Ricordate tutte le volte che avete perso l’inizio di un film o la prenotazione per una cena perché il vostro compagno o compagna ha raggiunto ritardi incalcolabili?

Ecco, per tutte queste persone esiste una buona giustificazione. O quasi.

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Questo è quanto viene riportato in un articolo della Bbc che suggerisce un modo nuovo di guardare ai nostri amici ritardatari. O, nel caso i ritardatari fossimo noi, fornisce una serie di valide motivazioni per il nostro comportamento.

No, le persone in ritardo non sono maleducate e pigre

La percezione delle persone non puntuali è quasi sempre negativa, anche se non corretta.

Secondo la terapeuta cognitiva e psicologa londinese Harriet Mellotte, interpellata dalla Bbc, “è facile percepire queste persone come disorganizzate, caotiche, maleducate e prive di considerazione per gli altri”.

In realtà molti dei ritardatari sono in qualche modo persone organizzate e vogliono mantenere relazioni felici con amici, familiari e colleghi. Molti di loro sono consapevoli delle loro mancanze e si vergognano del danno che il loro ritardo può causare alle loro relazioni, carriere, finanze e persino alla reputazione.

“Mentre ci sono persone che provare soddisfazione nel far aspettare, ad altri non piace essere in ritardo”, scrive Diana DeLonzor, psicologa, nel suo libro “Never Be Late Again”.

“Ma il ritardo rimane la tua nemesi”, aggiunge.

Scuse, solo scuse

Alcune giustificazioni per il ritardo sono universalmente accettate: pensiamo a un incidente o a una malattia. Ma altre sono davvero difficili da mandar giù.

Alcuni ritardatari travestono il ritardo come sintomo di una personalità da grandi pensatori e ritengono che quindi il loro compito sia quello di preoccuparsi di questioni più alte e importanti che considerare lo scorrere del tempo.

Altri lo spacciano come il segno che il lavoro migliore si ottiene solo sotto pressione. Altri ancora si giustificano sostenendo di avere l’orologio biologico tarato su quello di un nottambulo.

Essere costantemente in ritardo potrebbe non essere colpa tua. Potrebbe essere semplicemente un tratto della tua tipologia di persona.

Secondo gli esperti, ottimismo, livelli di autocontrollo, ansia o ricerca del brivido sono tutte caratteristiche che vanno a definire le diverse tipologie di personalità, e che potrebbero anche dettare il modo in cui noi stessi viviamo lo scorrere del tempo.

A tal proposito un interessante studio condotto nel 2011 da Jeff Conte, un professore di psicologia dell’università statale di San Diego, Stati Uniti, ha messo in luce come la percezione del tempo sia molto soggettiva.

I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il team A era composto da persone ambiziose e competitive mentre il team B da creativi, riflessivi ed esploratori. A entrambi è stato chiesto di dire, ovviamente senza orologi, dopo quanto tempo ritenevano che fosse passato un minuto.

Il gruppo A ha sostenuto che fosse passato un minuto dopo circa 58 secondi, il gruppo B dopo circa 77 secondi.

Sei il tuo peggior nemico

Le persone in ritardo hanno spesso una “bizzarra compulsione verso l’autodistruzione”, ha scritto fine febbraio Tim Urban, un oratore TED, che ha dato un nome alle povere anime dei ritardatari: CLIP, Chronically Late Insane People (Gente folle cronicamente in ritardo).

Per alcuni, il ritardo è una“conseguenza di una condizione mentale profondamente angosciante o di condizioni neurologiche”, sostiene la terapista Mellotte.

“Le persone con diagnosi di ansia spesso evitano certe situazioni”, dice Mellotte. “Gli individui con bassa autostima sono soliti essere molto autocritici e per questo impiegano molto tempo per controllare il loro lavoro”.

Spesso la depressione porta a ridurre le energie in un essere umano che impiega più tempo per compiere un’azione.

Aiutati

Secondo la dottoressa Linda Sapadin, psicologa dello studio privato di New York e autrice di “How to Beat Procrastination in Digital Era” (Come sconfiggere il procrastinare nell’era digitale) il rimandare si concentra su una paura legata all’evento o alla scadenza per la quale siamo in ritardo.

Piuttosto che capire come andare oltre la paura, la paura diventa la scusa – di solito espressa con una frase che include”ma”. Ad esempio, si usa dire: “Volevo essere in tempo per quell’evento, ma non riuscivo a decidere cosa indossare; Ho iniziato a scrivere un articolo, ma temevo che i miei colleghi non lo trovassero abbastanza interessante “, spiega Sapadin.

“Qualunque cosa accada dopo il ‘ma’ è ciò che conta”, dice la psicologa che suggerisce di cambiare quel “ma” in “e”. 

“‘Ma’ indica opposizione e blocco; ‘E’ denota connessione e risoluzione, così il compito diventa meno scoraggiante, la paura non è più un ostacolo”.

Stabilire i limiti

C’è speranza anche per chi resta in attesa dei ritardatari. Basta specificare ciò che si è disposti a sopportare.

Invece di arrabbiarti, puoi prendere una posizione e stabilire dei limiti. Annuncia cosa farai se la persona che aspetti non sarà puntuale e resta fermo sulla tua posizione. Mostrare cosa può accadere a chi non rispetta gli orari porterà un cambiamento, seppur piccolo, in chi è abituato a ritardare.

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