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“Durante la penetrazione sento un dolore sconvolgente, vi spiego perché non posso fare sesso e come ho imparato ad accettarlo”

Lara Parker. Credit: Facebook/Lara Parker

"Mi ci è voluto molto tempo per capire che tutti possono avere dei problemi - non solo io - e che, onestamente, quando trovi la persona giusta, non importa. Lo so, suona come una citazione da mettere su Instagram. Ma è così"

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 27 Set. 2018 alle 17:38 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 14:12

“Ciao mondo, mi chiamo Lara e scrivo molto sulla mia vagina”. Inizia così lo sfogo di Lara Parker, capelli lunghi color smeraldo e labbra tinte di rosso. Lara è una redattrice del giornale statunitense BuzzFeed, dove spesso pubblica aggiornamenti sulla sua vagina, appunto.

“C’è una ragione, però – spiega la ragazza – ed è perché le mie condizioni non mi permettono di sperimentare la penetrazione senza avvertire un dolore estremo e sconvolgente”, aggiunge Lara.

Per lo stato di salute in cui verte la ragazza, le penetrazioni generano “anche un dolore cronico che fa schifo – spiega ancora la giornalista – perché significa che devo passare molto tempo a letto con una piastra elettrica e glassare la mia vagina in fiamme. Divertente”.

“Un paio di anni fa, quando ho deciso di provare finalmente a iniziare a uscire con dei ragazzi, mi ha fatto praticamente schifo. Sono una donna eterosessuale e non è proprio facile spiegare ai ragazzi che non sarai mai in grado di fare sesso con loro. Gran bel modo di rompere il ghiaccio”, continua Lara, con quel filo di ironia che la rende ancora più forte di fronte al problema di cui soffre.

“Mi ci è voluto molto tempo per capire che tutti possono avere dei problemi – non solo io – e che, onestamente, quando trovi la persona giusta, non importa. Lo so, suona come una citazione da mettere su Instagram. Ma è così”, conclude.

In un altro lungo articolo, Lara descrive il disagio che prova ogni volta che pensa di dover dire al ragazzo con cui esce del suo problema. “Andare a un appuntamento è sempre difficile – dice Lara – Ma sembra molto più complicato quando sei una donna eterosessuale con condizioni mediche che ti impediscono di avere rapporti sessuali vaginali”.

“Dovevo essere al ristorante in 30 minuti – racconta la ragazza – Ho aperto la conversazione con quel ragazzo e, per la quinta volta in mezz’ora, ho scritto e cancellato la mia scusa per annullare l’appuntamento. Poi sono guardato allo specchio e ho cercato di calmarmi”.

“Ho immaginato come sarebbe stato dire a quel ragazzo carino, che, per quanto mi facesse ridere, per quanto attentamente ascoltasse le storie della mia infanzia, forse non sarei mai riuscita a fare sesso con lui. Poi ho spinto fuori dalla mia testa quel pensiero, ho cancellato il messaggio, ho preso le chiavi e sono uscita”.

Quello che spiega Lara è come negli anni abbia sofferto nel fare sesso fino a scoprire che tutto quel dolore aveva un nome. Anzi tre: due anni fa, a Lara sono stati diagnosticati endometriosi, vulvodinia e vaginismo. Il tutto comporta dei problemi ovviamente all’apparato riproduttivo, ma per Lara si traduce in modo pratico nel dolore insopportabile durante la penetrazione.

A quell’appuntamento Lara era andata con l’idea di farsi coraggio, di rivelare il suo problema e di affrontare la cosa lasciando fuori la preoccupazione per non essere accettata nella condizione di salute in cui sta.

“Guardai i suoi grandi occhi marroni dietro gli occhiali mentre mi raccontava dell’amore che provava per il suo cane. Sembrava abbastanza carino, ma ero troppo preoccupata per il mio grande segreto. Mentre cercavo di capire quando vuotare il sacco, l’ansia cresceva”, racconta ancora Lara.

“Sono malata”, dissi. “Lui sembrava confuso e lì per lì ha cambiato argomento. Non potevo biasimarlo. Mentre mi accompagnava alla mia macchina, mise una mano sulla mia schiena. Il mio corpo iniziò a tremare. Pensò che avevo freddo, anche se era una notte calda”, dice ancora.

“Quando siamo arrivati ​​alla mia macchina, ha cercato di baciarmi. Ho girato la testa, sono entrato in auto e ho pianto per tutta la strada di casa. Ho mandato un messaggio più tardi in un disperato tentativo di spiegare quello che era successo”, continua.

“In pratica, ho un problema di salute per cui non posso fare sesso, e sto ancora imparando come affrontarlo. È difficile da spiegare”.

“Sono davvero dispiaciuto, ma non credo di potercela fare”, ha detto.

Questa è solo una delle tante storie finite così. Alla fine però è arrivato T. “Pensavo che i miei problemi vaginali fossero la cosa che continuava a lacerare le mie relazioni, ma in realtà non ha fatto altro che avvicinarmi ancora di più a T. Non farò finta che averlo trovato mi garantisca la felicità per sempre, ma mi ha dimostrato che, come tutti, merito una persona”.

E continua: “Il sesso è solo uno dei tanti modi per esprimere l’intimità che ho trovato con T. Mi sento altrettanto vicina a lui quando abbiamo la nostra versione del sesso, e quando ci sdraiamo l’una accanto all’altro, tenendoci per mano mentre io uso il mio pad termico”.

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