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“Sei meravigliosa, sono fortunato. Ma ora andiamo a bere”: cronaca del matrimonio reale più rivoluzionario di sempre

Harry e Meghan. Credit: Dominic Lipinski

Il principe Harry e Meghan Markle si sono sposati il 19 maggio 2018 nella St. George’s Chapel del Castello di Windsor. Ecco il racconto di Lavinia Orefici inviata a Windsor

Di Lavinia Orefici
Pubblicato il 20 Mag. 2018 alle 18:21 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 18:56

Di Lavinia Orefici, inviata a Windsor – “I will”. Si, lo voglio. Dopo la lunga attesa che ha accompagnato questo Royal Wedding dove non sono mancati colpi di scena, soprattutto nella famiglia della sposa e critiche alla famiglia dello sposo per la superficialità con cui ha organizzato questo matrimonio è il momento dei festeggiamenti.

È stato il grande giorno di Meghan Markle che in un colpo solo è riuscita a diventare moglie, duchessa e Sua Altezza Reale.

Nessuna lacrima di commozione per la sposa camminando verso l’altare, ma al terzo si, per fiction o per davvero, ci sta.

Questa volta però all’altare l’aspettava un principe in carne e ossa, di quelli che in America si sognano, Harry d’Inghilterra, sesto in linea di successione al trono.

Se cascasse un aereo con a bordo tutta la famiglia di William toccherebbe a loro.

In comune con Kate finora Meghan Markle ha dimostrato di avere solo una Rolls Royce, quella che l’accompagnata all’altare.

Ne è scesa seguita dai 2 gemelli, John e Brian Mulroney di 7 anni, figli della sua migliore amica Jessica, che per l’occasione sono stati trasformati in paggetti.

Le hanno portato il velo lungo quasi 5 metri regalando alla stampa sdentati sorrisi al momento dell’ingresso nella cappella.

A loro si sono aggiunti gli altri 8 bambini, tra cui il principe George e la principessa Charlotte, che hanno provato a seguire in file ordinate la sposa lungo la navata.

Sulla porta del Coro dedicato all’ordine della Giarrettiera il braccio di Carlo le è venuto in aiuto a placare tutte le polemiche dei giorni precedenti su chi l’avrebbe accompagnata all’altare.

Ad aspettarla c’era Harry. “Thank you Pà” gli ha sussurrato prima di prendersi la sua Meghan. “You look amazing. I’m so lucky”. Bella sicuramente, fortunato vedremo.

A renderla fantastica per il suo principe la britannica direttrice creativa della maison francese Givenchy, che le ha disegnato un vestito in cady di seta con scollo a barchetta e maniche tre quarti.

Troppo minimal per le spose reali e troppo bianco per i tradizionalisti. Ai bordi del velo in pizzo erano ricamati i fiori dei 53 paesi del Commonwealth, un omaggio alla corona inglese in un matrimonio che ha rotto ogni tradizione, l’unica superstite di questa rottamazione è stata la tiara prestata dalla regina alla sposa (era quella appartenuta alla regina Mary, nonna di Elisabetta).

Per il resto nulla è andato come un matrimonio normale, figuriamoci reale, a cominciare dal placement nella cappella.

Seduti uno di fronte all’altro i secoli di storia della famiglia Windsor sul lato destro si riflettevano con l’America dello showbiz, che ha visto scendere in campo la Serie A con George e Amal Clooney e la serie “saremo famosi” con un alto numero di sconosciuti, tutti scritturati al posto dei parenti, un famiglia che non c’è (anche se esiste, eccome se esiste!), rappresentata al matrimonio solo dalla dignitosissima Doria Ragland, la mamma di Meghan, se non fosse stato per un piercing di troppo.

A testimonianza del loro amore Harry ha scelto di portare una fede in platino, una prima inedita per i maschi Windsor.

Un’ulteriore ventata di novità il coro gospel, in netto contrasto con le arcate gotiche del XVesimo secolo, che ha intonato “Stand by me” tra gli sguardi, lo stupore e i sorrisi degli inglesi presenti.

Un coro che ha cantato dopo il sermone altrettanto stupefacente del reverendo Curry, arrivato apposta da Chicago per l’occasione.

In chiesa lo scontro epocale tra tradizione e modernità, tra storia e showbiz ha entusiasmato la stampa molto più della famiglia che ha cementato nei secoli il significato di ciò che rappresenta contro una ragazza senza passato che interpreta al meglio la culturale multirazziale della nuova America.

Nessuna Diana ha occupato alcun posto vuoto, nessuna simbologia che la rappresentasse era in chiesa, a parte i fratelli e i suoi fiori preferiti. Si è speculato sul primo sedile vuoto di fronte alla regina, vuoto perché così ordina il protocollo di corte.

Si è speculato sul vestito di Kate, alla quarta uscita per non mettere in ombra la cognata, un favore che non ha riservato neanche a sua sorella, quando si è sposata la scorsa primavera.

Nel complesso a rendere più emozionante la festa c’erano i sorrisi e gli sguardi dei due sposi.

Una complicità spiata a lungo dalla telecamera della BBC che non si sono perse una battuta, nemmeno quando varcati i cancelli del castello dopo il bagno di folla in carrozza Harry ha sussurrato alla sua Meghan: “ Adesso andiamo a bere”.

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