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Perseguitate, bastonate e uccise: così in India si fa la caccia alle streghe

Indiatimes.com

Sono più di 150 le donne che ogni anno, India, muoiono sotto l'accusa di stregoneria

Di Francesca Loffari
Pubblicato il 23 Ott. 2017 alle 14:16 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 19:40

Ramkanya Sen è viva. Ancora sotto shock e stordita, ma viva. La donna ha trascorso tre settimane in una stanza senza finestre e senza cibo, fino a quando una giornalista, informata delle sue condizioni di vita, ha allertato la polizia, che è intervenuta appena in tempo.

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Come si legge dall’Economist, la signora Sen è stata ricoverata a Bhilwara, una piccola città nel Rajasthan meridionale, ed è tornata a casa nel mese di agosto, ma ancora oggi è disorientata e sconvolta.

L’unica colpa di cui si è macchiata è quella di essere considerata una dayan, ovvero una strega.

Secondo la polizia ogni anno in India più di 150 donne muoiono per la stessa ragione. Vengono bastonate, umiliate, solo perché sospettate di stregoneria da parenti o conoscenti.

Kanya Devi, originaria di un villaggio a 120 chilometri a nord di Bhilwara, era una donna di 40 anni che è stata acciecata con carboni ardenti e lasciata morire perché considerata una strega.

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Tara Ahluwalia, a capo di un’organizzazione in Bhilwara contro la violenza sulle donne, dichiara che degli 86 casi di caccia alle streghe da lei seguiti, sole tre si sono conclusi con la morte delle donne accusate. Tuttavia, tutte le vicende sono caratterizzate da un forte stigma sociale che perseguita le famiglie coinvolte. Nessuno, infatti, oserebbe mai sposare una donna accusata di essere una dayan.

Ma quali sono i fattori di rischio per essere additata come strega?

Possedere una terra che qualcun altro brama, non è sicuramente di aiuto. Essere un Dalit, ovvero un intoccabile, o appartenere ad una casta modesta e non comune nel territorio in cui si vive sono altri fattori di rischio.

La famiglia della signora Sen, ad esempio, appartiene all’umile casta degli “helper”. Suo marito è un barbiere, professione considerata in quell’area di basso valore e poco igienica.

Quando Pooja, una sedicenne della più altolocata casta Jat e residente nella zona, ha accusato dolori al ventre, l’attenzione si è subito catalizzata sulla signora Sen, che spesso sedeva fuori dalla scuola della ragazza, e che è stata immediatamente considerata la causa di quel male.

La caccia alle streghe si concentra particolarmente nell’India centrale, nei vasti stati rurali dell’Andhra Pradesh, Jharkhand, Madhya Pradesh e Odisha. Comune a tutti è l’organizzazione tribale della popolazione e un diffuso analfabetismo.

Nel 2016, è stata approvata una proposta di legge contro gli omicidi per stregoneria, che dovrebbe garantire una regolamentazione finalmente omogenea a livello nazionale. Tuttavia, la polizia spesso non si cura di far rispettare la norma e punire i trasgressori, come testimonia Ahluwalia.

Dal canto suo, la signora Sen è ancora terrorizzata e non vuole che la polizia stessa venga coinvolta per proteggere i suoi figli e nipoti, che devono continuare a vivere in quella terra nonostante i sospetti e i pregiudizi che gravano sulla madre.

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