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Perché fare gossip fa bene alla salute

Studi scientifici dimostrano che spettegolare rende migliori.

A dirlo sono nove studi scientifici che sottolineano come spettegolare produca notevoli miglioramenti su di sé e sulla "vittima"

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 18 Lug. 2018 alle 15:19 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 18:21

Spettegolare fa bene alla salute e a dirlo è un notevole numero di ricerche scientifiche. Quindi non è affatto vero che fare gossip sia una brutta abitudine, né che – come aveva scritto Ann Landers – il pettegolezzo sia “il demone senza volto che spezza il cuore e rovina le carriere”. Smontata anche la celebre massima del Talmud che descrive il gossip come una “lingua a tre denti” che uccide tre persone: il narratore, l’ascoltatore e la persona di cui si sparla.

Anche Blaise Pascal ha osservato, non in modo irragionevole, che “se le persone sapessero davvero cosa gli altri hanno detto su di loro, non rimarrebbero al mondo nemmeno quattro amici”. Accuse convincenti ma insufficienti di fronte alle prove della ricerca.

La pervasività del gossip

Come si legge sul The Atlantic, il gossip è piuttosto pervasivo. Basti pensare che i bambini tendono a essere pettegoli “stagionati” già all’età di 5 anni. E a dirlo è uno studio del 2016 del British Journal of Developmental Psychology, dal titolo “I pre-scolari influenzano la reputazione degli altri attraverso il gossip pro-sociale”.

Il gossip, per come l’hanno inteso i ricercatori – quindi almeno due persone che parlano di altre assenti – occupa circa i due terzi delle conversazioni. Studi alla mano, a dirlo è uno studio dell’Università del Kansas del 1994 (ma evidentemente ancora attualissimo). Fonte: Blythe Holbrooke, Gossip (St. Martin’s, 1983).

Solo il 3-4 per cento del pettegolezzo è nocivo

Nonostante quindi la brutta fama di cui godono, solo un numero bassissimo di pettegolezzi sono davvero dannosi. La ricerca intitolata “Comportamento colloquiale dell’uomo” di Human Nature sostiene che solo il 3-4 per cento del gossip è davvero nocivo.

Ma anche questo può servire ad avvicinare le persone. Ricercatori dell’Università del Texas e dell’Università dell’Oklahoma hanno scoperto che se due persone condividono sentimenti negativi riguardo a una terza persona è probabile che si sentano più vicini l’una all’altra rispetto a quanto farebbero se entrambi avessero pensieri positivi sullo sfortunato.

Il pettegolezzo potrebbe addirittura renderci persone migliori. Un team di ricercatori olandesi ha riferito che ascoltare pettegolezzi su altri avrebbe reso i soggetti più riflessivi.

E infatti pare che i pettegolezzi positivi abbiano ispirato una sorta di auto-miglioramento, mentre quelli negativi abbiano ispirato un sentimento di orgoglio in chi spettegolava. Questo lo dice il “Bollettino di personalità e psicologia sociale” dello studioso Martinescu.

Spettegolare è migliorarsi

In un altro studio, quello della Review of General Psychology intitolato “Gossip come apprendimento culturale”, si sottolinea come i partecipanti peggiori, dopo aver ascoltato un pettegolezzo negativo, abbiano imparato una lezione, quindi migliorandosi.

I pettegolezzi negativi possono anche avere un effetto “pro-sociale” su chi viene spettegolato. I ricercatori di Stanford e della University of California di Berkeley hanno scoperto che una volta che le persone vengono ostracizzate da un gruppo a causa del loro comprovato egoismo, intraprendono un percorso di cambiamento per riguadagnare l’approvazione delle persone che avevano alienato.

La teoria di Dunbar

Di gran lunga la valutazione più positiva sul gossip, però, arriva per gentile concessione dell’antropologo e psicologo evoluzionista Robin Dunbar. C’erano una volta, nel racconto di Dunbar, i nostri antenati primati legati attraverso la cura dell’altro, il sostegno reciproco attraverso l’autodifesa reciproca in caso di attacco da parte di predatori. Ma mentre gli ominidi si facevano più intelligenti e più sociali, i loro gruppi diventavano troppo grandi per per permettere di continuare a prendersi cura l’uno dell’altro, costringendo a prendersi cura ognuno di sé. È qui che la lingua – e il pettegolezzo, quindi – entrano in gioco.

Dunbar sostiene che le chiacchiere inutili con e sugli altri abbiano dato ai primi esseri umani un senso di identità condivisa e li abbiano aiutati a crescere più consapevoli nel loro mondo.

Quindi la prossima volta che siamo tentati di mettere a tacere un pettegolezzo, pensiamo anche che potrebbe essere effettivamente un modo per promuovere la cooperazione, aumentare l’autostima degli altri e portare avanti il compito essenziale della “famiglia” umana.

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